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Prima la pestano, poi per ricordarsi della sua faccia, la filmano; il caso della studentessa di Marano

Prima la pestano, poi per ricordarsi della sua faccia, la filmano; il caso della studentessa di Marano

A cura di Redazione
03 marzo 2025 18:38
Prima la pestano, poi per ricordarsi della sua faccia, la filmano; il caso della studentessa di Marano -
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di Salvo Di Noto

Prima la pestano, poi la filmano, per ricordarsi di lei, per marchiarla, per divertirsi.

Una ragazza di Marano, accerchiata, umiliata, massacrata da quelle persone che a scuola vengono chiamate “compagne” e che fuori si rivelano compagnie pseudo-criminali.

L’hanno attirata fuori casa con una scusa, citofonando e convincendola a scendere. Appena arrivata, è scattata la “punizione”, senza un motivo chiaro: una ragazza l’ha afferrata per i capelli e l’ha colpita con pugni e calci, in pieno volto e all’addome.

Dopo l’aggressione, la vittima è stata portata in ospedale, dove i medici hanno riscontrato contusioni ed escoriazioni.

Basta uno sguardo sbagliato, un’ombra di equivoco, il nulla per scatenare l’inferno.

E il sangue cola. Non solo sulla pelle.

Poi il video. Si sa che per ferire non basta più picchiare, bisogna immortalare: per ridere insieme, per condividere, per fare views su un dolore che, fin quando era “solo” fisico, forse si poteva cancellare.

Ma la ferita resta, incisa nella pelle e nell’anima di chi lo subisce. 

Una violenza che non è più solo bullismo, ma una vera e propria forma di criminalità.

 

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