La Voce della Scuola

Ancora nessuna azione concreta da parte della Regione contro il piano di dimensionamento della rete scolastica campana

A partire dall’a.s. 2024/2025 il Governo Meloni, in Legge di Bilancio 2023, prevede l’innalzamento della soglia minima di alunni iscritti da 600 a 961 per mantenere l’autonomia scolastica. Nonostante...

16 giugno 2023 10:24
Ancora nessuna azione concreta da parte della Regione contro il piano di dimensionamento della rete scolastica campana -
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A partire dall’a.s. 2024/2025 il Governo Meloni, in Legge di Bilancio 2023, prevede l’innalzamento della soglia minima di alunni iscritti da 600 a 961 per mantenere l’autonomia scolastica. Nonostante il ministro Valditara parli di eliminazione delle reggenze e maggiore razionalizzazione della rete scolastica, questo correttivo comporterà numerosi tagli di autonomie, di classi e, per conseguenza, di personale. Entro il 31 agosto sarà emanato un decreto ministeriale ad hoc per rendere operativa la riforma, un decreto del Ministro dell’istruzione e del merito, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, previo accordo in sede di Conferenza unificata, per la determinazione dei criteri per la definizione del contingente organico dei dirigenti scolastici e dei direttori dei servizi generali e amministrativi e la sua distribuzione tra le Regioni.
Nel frattempo le regioni, non solo quelle del Sud, maggiormente penalizzate dai tagli, ma anche Toscana, Emilia Romagna, Abruzzo, si stanno organizzando per contrastare questa politica scolastica del governo. La Campania in testa, che ha già presentato ricorso alla Corte Costituzionale e che giovedì 15 giugno, all’Auditorium del Centro direzionale, Isola C3, ha convocato una conferenza di servizio in cui l’assessore regionale alla scuola, Lucia Fortini, e il governatore della Campania, Vincenzo De Luca, hanno discusso di dimensionamento della rete scolastica per la Campania insieme a dirigenti scolastici, DSGA, personale ATA, docenti, sindaci, amministratori locali, ANCI, organizzazioni sindacali, presidenti dei consigli di circolo e di istituto.
È stato un momento importante per discutere e affrontare il piano proposto dal Governo, che prevede tagli al numero di scuole, ai dirigenti, ai DSGA, al personale ATA e ai docenti. L’assessore Fortini ha espresso la sua preoccupazione per i danni che queste misure potrebbero causare agli studenti e alle studentesse, con ripercussioni per il futuro del Mezzogiorno ed ha invitato tutte le componenti della scuola e delle comunità a restare uniti per contrastare il decreto del governo.
I numeri del dimensionamento sono già stati definiti dal Mef nell’ennesima  operazione di tagli agli organici e ai plessi scolastici: tutto questo è chiaro, così come è altrettanto chiaro il danno strutturale che causerà al Sud l’autonomia differenziata, un provvedimento indipendente dal dimensionamento scolastico, ma che con esso si interseca per minare alle fondamenta il sistema scolastico e sociale del Mezzogiorno in generale, della Campania in particolare. Quello che non è apparso chiaro però nell’incontro odierno sono gli interventi che la Regione Campania intende mettere in campo. Da una parte la Fortini è sembrata determinata e ben intenzionata: ha parlato di percorsi condivisi con dirigenti scolastici, enti locali, sindaci; a tutti loro ha chiesto di partecipare alle riunioni di ambito, ha chiesto che gli enti locali ascoltino le organizzazioni sindacali, ha chiesto che l’operazione di dimensionamento sia fatta con molta attenzione e grande cautela, si è appellata ad alcune clausole di salvaguardia presenti nel decreto, che permetterebbero di salvaguardare alcune scuole con un numero di alunni inferiore ai 961 stabiliti dal decreto, ha dichiarato che la Regione dovrà prendere provvedimenti giuridicamente inattaccabili in modo da prevenire ricorsi e contromosse da parte del Mim. Ma, mentre crede di poter attuare delle deroghe relativamente alle aree interne ed alle isole, ha dichiarato che alcuni interventi di taglio saranno necessari, che bisognerà sacrificare qualcosa, che nelle aree interne sarà indispensabile costituire istituti omnicomprensivi, dichiarazione che ha lasciato sbigottiti i sindaci di tali zone presenti all’incontro.
È intervenuto poi il governatore De Luca che, col suo solito stile, ha fatto un discorso da garibaldino partendo dai rischi per la sanità e per la scuola e continuando con quanto il governo Meloni sta facendo per privatizzare i servizi essenziali; ha poi messo in campo tutte le difficoltà dell’autonomia differenziata, ha denunciato la schizofrenia di questo governo che da una parte preme per attuare l’autonomia differenziata, dall’altra tende ad accentrare le procedure per il Pnrr, si è dilungato sugli errori dei governi precedenti che lui ha sempre contrastato guardando ai fatti, non alle bandiere; ha concluso proclamando che al Sud non ci dovrà essere una scuola in meno, non un docente in meno, non un euro in meno. Mentre in un’altra conferenza di servizio, tenutasi nel mese di marzo alla Stazione marittima, si era dichiarato pronto a ricorrere alla Corte Costituzionale (insieme ai governatori di Puglia, Toscana ed Emilia Romagna), il governatore oggi si è limitato a fare proclami e non ha detto come intenda raggiungere gli obiettivi fissati, ma si è limitato ad invitare la piazza a manifestare contro i provvedimenti governativi.
Il mondo della scuola campana è pronta ad unire le forze per fare fronte comune contro il piano di dimensionamento, cogliendo il monito dell’assessore Fortini, ed è pronta anche a scendere in piazza, come invita a fare il governatore De Luca, ma auspica che da parte sua la Regione tracci dei percorsi concreti da intraprendere tutti insieme. Personalmente è da qualche anno che richiamo l’attenzione sul fenomeno misconosciuto della decrescita demografica che già sta sortendo i suoi effetti nella scuola primaria campana e nazionale e presto si farà sentire negli altri ordini di scuola: basterebbe già solo questo fenomeno a rendere necessaria l’inversione di tendenza nell’individuazione della soglia minima per mantenere l’autonomia scolastica. A guardarli bene, i dati demografici sono davvero preoccupanti: a fronte dei circa 65.000 studenti campani in uscita nel 2022 dalla scuola secondaria superiore di secondo grado, si registrano 61.000 iscritti alle classi prime della scuola superiore, 58.000 iscritti alle classi prime della scuola secondaria di primo grado, 51.000 in ingresso alla scuola primaria e 44.000 nati nel 2021. Cosa succederà di qui a qualche anno quando ai danni arrecati dall’attuale piano di dimensionamento si aggiungeranno anche quelli della denatalità?

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