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Rinnovo CCNL: la Uil prova a giocarsi la carta del personale ATA, ma CISL e CGIL non ci stanno

Annunciato come un incontro tra lavoratori (la “base” prendendo a prestito una terminologia oramai un po’ desueta) e politici, con la costruttiva intermediazione del sindacato, l’ incontro sui temi de...

A cura di Norberto Gallo
09 settembre 2024 22:23
Rinnovo CCNL: la Uil prova a giocarsi la carta del personale ATA, ma CISL e CGIL non ci stanno -
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Annunciato come un incontro tra lavoratori (la “base” prendendo a prestito una terminologia oramai un po’ desueta) e politici, con la costruttiva intermediazione del sindacato, l’ incontro sui temi del personale ATA organizzato dalla Uil Scuola RUA a Napoli si è di fatto trasformato nella presentazione della piattaforma con la quale il sindacato di Giuseppe D’ Aprile si prepara alla nuova tornata contrattuale. “Quella che vive il personale Ata nella scuola italiana è una condizione di vera emergenza. E’ dal riconoscimento del loro lavoro che la Uil Scuola Rua intende condurre la propria linea di azione sindacale”. Ha detto il segretario generale Giuseppe D’Aprile durante la manifestazione. ed ha aggiunto:

servono risposte su retribuzioni, organici e nuovo ordinamento professionale.
Il prossimo rinnovo contrattuale rappresenta l’occasione giusta per trovare nel negoziato la valorizzazione del personale della scuola attraverso interventi organici sia di tipo economico che normativo, anche in ottica di miglioramento dei diversi istituti giuridici del precedente contratto”

Insomma, la priorità per la Uil è per far cambiare la parte riguardante gli ATA approvata nell’ ultima tornata contrattuale.

Intanto non è un mistero che l’ atto di indirizzo con il quale il Ministro è pronto a dare il via alle nuove trattative sia oramai pronto e, spiega chi ha potuto visionarne il contenuto, che la struttura del nuovo ordinamento ATA che aveva spinto al Uil a non firmare il contratto in vigore, non sia neanche lontanamente in discussione. Anzi. C’è chi racconta di ulteriori passi in avanti nella stessa direzione, verticistica ed accentratrice, senza particolari cambiamenti che possano giustificare un dietro front senza perdere la faccia.

Di fatto la Uil ha impostato tutta la sua azione politica dopo la mancata firma su due direttrici più che popolari: lo smantellamento del nuovo ordinamento ATA e la stabilizzazione tout court degli oltre duecentomila precari tra docenti ed ata impiegati ogni anno. Con un effetto previsto ma non sostenibile a lungo: la perdita di ruolo nella contrattazione ntegrativa territoriale e di istituto.

Due questioni sacrosante quelle individuate, va detto, ma mali endemici della scuola italiana ben prima dell’ entrata in vigore del nuovo contratto e che pare difficile riuscire a sanare proprio in una fase come quella che il sistema economico italiano sta attraversando tra i danni post pandemia e i vincoli del PNRR.

Certo, in qualche modo il fuoco sugli altri sindacati rei di aver firmato quel contratto (almeno a detta della Uil) qualche risultato neanche marginale lo ha portato. Come la conquista del seggio degli ata alle elezioni del CSPI, a tutto discapito dello storico insediamento della CGIL. A testimoniare come il messaggio di un solo sindacato al fianco degli ata e degli altri indifferenti a quel mondo, sia riuscito a far breccia. Non senza lasciare però morti e feriti sul terreno.

Innanzitutto il rapporto con gli altri confederali. Va detto chiaramente: a sparare a palle incatenate contro la CISL e la sua segretaria o contro la CGIL non è mai stata la Uil. Ci hanno pensato i gruppetti “di base” che non hanno fatto mistero di distinguere tra chi quel contratto aveva firmato e chi no. Basterà per far finta di niente al nuovo tavolo? A rispondere in duro sindacalese è stata prima la CISL, con un comunicato che mentre parlava ai comitati se la prendeva con “quel sindacato non firmatario del CCNL”. Stessa solfa quella della CGIL che proprio a due giorni dall’ iniziativa scrive

“Un sindacato non firmatario del CCNL “Istruzione e Ricerca 2019-2021” con un codazzo di social, adusi alla menzogna sistematica, e in compagnia di gruppi e chat posticci appositamente confezionati, ha condotto una campagna di disinformazione, ad ogni passaggio applicativo del CCNL (Contratto collettivo nazionale di lavoro) sottoscritto in via definitiva il 18 gennaio 2024, con l’intento di screditarne i contenuti.

Sfortunatamente per loro, specialisti della menzogna, ogni volta che hanno attaccato il contratto, sono stati smentiti nel giro di poche ore.

Alla manifestazione della Uil di oggi c’ era l’ auditorium del Sannino-de Cillis pieno di spettatori. Dalle foto postate si contrano non meno di trecento partecipanti.

Tanti per un’ iniziativa territoriale, non c’ è dubbio. Ma basteranno a spingere alla marcia indietro gli altri sindacati? I numeri parlano chiaro al riguardo. Nella scuola italiana ci sono un milione e centomila docenti a fronte di poco meno di duecentomila ata. Il precariato riguarda duecentomila docenti e (fonte UIL) cinquantamila ata.

Quando a Yalta si divise il mondo occidentale dopo la seconda guerra mondiale, il criterio per stabilire che direzione prendere per i singoli paesi venne rappresentato plasticamente dalla domanda con la quale Yosiph Stalin analizzava le richieste pervenute: “quante divisioni hanno questi di cui stiamo parlando”?

E, mutati i tempi, mutato il contesto, resta quel principio al quale fare necessariamente riferimento. Basteranno le divisioni che la Uil riuscirà a portare a quel tavolo dal quale si è già autoesclusa una volta, senza che nessuno la rincorresse perché ci pensasse sopra?

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