Rinnovo del contratto 2022-24, mercoledì 28 riprende la trattativa all’Aran ma per Anief è difficile chiudere prima di agosto: vanno prima introdotte sostanziali novità normative
Rinnovo del contratto 2022-24, mercoledì 28 riprende la trattativa all’Aran ma per Anief è difficile chiudere prima di agosto: vanno prima introdotte sostanziali novità normative

“È difficile chiudere il CCNL 2022-2024 Istruzione e Ricerca prima di agosto senza sostanziali novità normative rispetto all’attuale contratto di lavoro”: lo dice oggi Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief, replicando alla volontà dell’Agenzia per i rinnovi dei contratti pubblici che secondo la stampa specializzata starebbe “spingendo per una chiusura rapida delle trattative, evidenziando come una firma entro l’estate permetterebbe di accreditare gli incrementi entro la fine dell’anno, seguendo il precedente già sperimentato con il contratto precedente”.
Il sindacalista autonomo ricorda alcune delle proposte che l’Anief intende proporre al tavolo delle trattative con l’Aran, già dal prossimo incontro di mercoledì 28 maggio: “la nostra volontà – spiega Pacifico – è introdurre nel CCNL 2022-24 i buoni pasto anche per il personale dalla scuola, la mobilità intercompartimentale, le indennità per chi svolge servizio nelle sedi disagiate, le revisione delle tabelle stipendiali e degli ordinamenti professionali, la valorizzazione del middle management, la parità retributiva con il personale della pubblica amministrazione, la parità di trattamento tra il personale precario e di ruolo, l’anno sabbatico retribuito. Certamente, alcune delle nostre importanti richieste possono anche essere realizzate nel successivo contratto, per il periodo 2025/2027, ma il Governo deve già oggi prevedere ulteriori e specifiche risorse, lanciando fin da ora alcuni segnali chiari tesi a riconoscere la dignità del lavoro svolto dei lavoratori del comparto Istruzione e ricerca”.
Il sindacato Anief è consapevole che in caso di firma del Ccnl 2022-2024, sarà a seguire possibile aprire nuove trattative già a partire da quella relativa al triennio 2025-2027, con la possibilità di ulteriori 150 euro di aumenti. E infine per il successivo triennio 2028-2030, con altri 150 euro sempre lordi e medi. “Si tratta – conclude il sindacalista autonomo – di un potenziale incremento totale di 450 euro lordi mensili da corrispondere al personale entro l’anno 2030”.
IL DETTAGLIO DELLE RICHIESTE ANIEF
Assegnare i buoni pasto al personale della Scuola rappresenterebbe un ‘ristoro’ importante: anche perché Anief ricorda che confrontando l’Italia con Francia, Germania e Spagna, emerge che il nostro Paese registra stipendi più bassi a parità di costo della vita. Secondo gli economisti, nel 2023 il reddito netto medio di un single senza figli nell’Unione Europea è stato pari a 27.500 PPS, mentre in Italia si è fermato a 24.000 PPS, segnando un divario del 15% rispetto alla media europea. Di fatto, assistiamo in Italia ad un ampio scarto tra stipendi e spese quotidiane, che portano ad una condizione di scarso potere d’acquisto, perché i salari risultano meno competitivi rispetto ai prezzi di beni e servizi. Sotto accusa anche il livello di tassazione. Secondo il dossier, infatti, in Italia un aumento dello stipendio lordo può persino tradursi in una riduzione del reddito netto, evidenziando il peso del sistema fiscale sulla capacità di spesa dei dipendenti di Istruzione e Ricerca.
Tra le richieste che l’Anief continuerà a portare avanti all’Aran c’è sicuramente anche l’istituzione di un fondo per la formazione continua, destinato ad esempio alla costituzione del middle management, e di quello per la continuità del servizio scolastico e didattico, che potrebbe finanziare l’indennità di trasferta. Come crediamo sia giunto il momento di rimettere alla contrattazione integrativa parte del fondo Mof ai buoni pasto, come già avvenuto nel precedente Ccnl per la formazione, di utilizzare i risparmi derivanti dal dimensionamento scolastico per rafforzare le indennità dei Dsga. Oltre che di impiegare le economie generate dalle ex progressioni economiche per migliorare le retribuzioni del personale amministrativo, tecnico e ausiliario. Fondamentale, sempre per il giovane sindacato, è rintrodurre il primo gradone stipendiale, la cui cancellazione è stata anche dichiarata illegittima il 7 marzo scorso dalla Corte di Cassazione.