Ripartire dalla valenza sociale della scuola come cambiamento e rilancio culturale
Ripartire dalla valenza sociale della scuola come cambiamento e rilancio culturale

a cura di Fania Gerardo
La scuola è storicamente l’Istituzione a cui ogni società affida la responsabilità dell’istruzione per garantire lo sviluppo del proprio sistema di conoscenze.
La cultura è il bene comune per eccellenza, fornisce le chiavi per capire la nostra storia e dialogare con quelle degli altri.
La scuola è uno degli strumenti fondamentali per la conquista della cultura come diritto.
Compito della scuola è promuovere la formazione di vincoli conoscitivi, sviluppare e potenziare competenze culturali, essendo parte del sistema educativo del territorio in cui opera, contribuendo con una propria identità e una propria funzione allo sviluppo della comunità locale.
La scuola educa istruendo ed il suo ruolo non è politicamente neutro.
L’articolo 3 della Costituzione della Repubblica italiana racchiude il senso politico della scuola, in particolare nell’educare a essere cittadini.
È una scelta politica netta dalla quale la scuola non può ritrarsi.
Nella fase storica attuale conquiste e diritti che sembravano acquisiti per sempre, si assottigliano e rischiano di avviarsi a scomparire. Ne deriva un condizionamento fortissimo in tutti i campi del vivere quotidiano: il lavoro, il tempo libero, le relazioni, il significato della conoscenza.
Se questo è il presente, esiste la responsabilità di dare alle nuove generazioni strumenti per analizzare i modi in cui si è strutturata e organizzata la conoscenza, per saperla utilizzare e per interagire con i problemi globali e l’evoluzione della vita comune.
Orientare il cambiamento in questa direzione è indispensabile affinché la scuola diventi il luogo dell’emancipazione dalla generazione che ci precede e dalla collocazione sociale da cui ciascuno parte.
La scuola pubblica, laica e plurale: scuola di tutti e per tutti, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali.
La scuola che ha lo stesso significato per tutti i bambini e le bambine, le ragazze e i ragazzi almeno fino ai 16 anni, in cui lo scopo che motiva all’apprendimento è la soddisfazione dell’apprendere in sé, adeguato ai bisogni formativi e di vita propri di ciascuna età e non curvato invece sul futuro lavorativo, in cui il merito richiami l’assunzione di responsabilità e non l’acquisizione di privilegi o di premi.
La scuola dove si va per imparare cercando insieme le risposte e non per ripetere affermazioni preconfezionate, per non essere selezionati sulla base di prestazioni.
La scuola dove si riconosce l’importanza della sfida, che è il potere di lasciare le certezze presenti per crescere e andare, attrezzati culturalmente, incontro a situazioni nuove per diventare adulti, in questo i lavoratori della scuola pubblica italiana ( tutti ) hanno un ruolo fondamentale che come sempre non mancheranno di realizzare.