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"Rivali in cattedra: quando la competizione tra docenti avvelena la scuola”

Rivali in cattedra: quando la competizione tra docenti avvelena la scuola”

A cura di Redazione
10 marzo 2025 15:52
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Prof. Gerardo Marco Bencivenga

Questo articolo esplora le dinamiche della competizione tra docenti e il suo impatto negativo sull’ambiente scolastico. Attraverso un’analisi delle diverse forme in cui la rivalità si manifesta, dall’ambizione per il riconoscimento alla lotta per le risorse e l’approvazione della dirigenza, si evidenziano le conseguenze sul clima di lavoro, sulla collaborazione tra colleghi, e sulla qualità dell’insegnamento. La competizione eccessiva crea un ambiente tossico, ostacola la condivisione di buone pratiche e la realizzazione di progetti interdisciplinari, e si riflette negativamente sull’apprendimento degli studenti, generando ansia, demotivazione e disorientamento. Inoltre, l’articolo esamina il fenomeno del burnout tra i docenti, causato dallo stress e dalla pressione derivanti dalla competizione. Vengono presentate strategie per promuovere un ambiente scolastico collaborativo, basato sulla valorizzazione delle competenze di ciascuno, sulla formazione per la gestione dei conflitti e sulla leadership positiva della dirigenza. L’articolo si conclude con un appello alla collaborazione, sottolineando l’importanza di un ambiente di lavoro sereno e supportivo per il benessere di docenti e studenti.

1. Introduzione: l’aula silenziosa e la competizione nascosta
2. Le maschere della rivalità: come si manifesta la competizione.
3. Il clima scolastico sotto pressione: gli effetti della competizione
4. Studenti in difficoltà: quando la competizione incide sull’apprendimento
5. Docenti esausti: il prezzo del burnout
6. La scuola collaborativa: strategie per un ambiente sano
7. Conclusione: un appello alla collaborazione
1. Introduzione: l’aula silenziosa e la competizione nascosta

L’ambiente scolastico, un luogo che idealmente dovrebbe essere sinonimo di crescita, collaborazione e condivisione, cela spesso dinamiche più complesse. Dietro la facciata di corridoi animati e aule silenziose, può annidarsi una competizione sotterranea tra docenti, una sorta di “guerra fredda” che mina il benessere dell’intera comunità scolastica. La competizione, elemento spesso esaltato come motore di progresso, può trasformarsi in un veleno che corrode i legami professionali, ostacola la crescita degli studenti e avvelena l’atmosfera scolastica. La competizione tra docenti è un fenomeno spesso sottovalutato, ma pervasivo. Si manifesta in forme diverse, dall’ambizione sfrenata per il riconoscimento accademico alla rivalità per l’assegnazione di risorse limitate, fino alla ricerca ossessiva dell’approvazione della dirigenza. Questa competizione, lungi dall’essere una sana emulazione, si trasforma in una lotta per il potere, dove l’obiettivo non è il bene degli studenti, ma l’affermazione del proprio ego. Questo articolo si propone di svelare le dinamiche nascoste che alimentano la competizione tra docenti, analizzando i suoi effetti negativi sul clima scolastico, sull’apprendimento degli studenti e sul benessere dei docenti stessi. Cercheremo di comprendere come trasformare un ambiente di rivalità in uno di collaborazione, dove il rispetto reciproco e la condivisione di buone pratiche diventino i pilastri di una scuola sana e accogliente.

2. Le maschere della rivalità: come si manifesta la competizione

La competizione tra docenti raramente si palesa in scontri aperti. Si cela, invece, dietro una serie di comportamenti subdoli, spesso difficili da decifrare. Uno dei terreni di scontro più comuni è la rivalità per il riconoscimento. La pubblicazione di articoli scientifici, la partecipazione a progetti di ricerca, l’ottenimento di incarichi di prestigio: queste attività, che dovrebbero essere fonte di arricchimento professionale, si trasformano in una corsa al successo individuale, dove il merito altrui è visto come una
minaccia. Un altro ambito di competizione è legato alla corsa alle risorse. La scarsità di spazi, attrezzature, finanziamenti per progetti didattici, alimenta la rivalità tra docenti. La lotta per ottenere una classe più spaziosa, un computer più potente, un budget maggiore, diventa una priorità, a discapito della collaborazione e della condivisione. Questa competizione si traduce in un clima di invidia e risentimento, dove la disponibilità di risorse viene vista come una misura di potere.

[1]La ricerca dell’approvazione della dirigenza è un’altra forma di competizione. I docenti possono competere per ottenere i favori del dirigente scolastico, cercando di essere visti come “il miglior insegnante”, “il più efficiente”, “il più affidabile”. Questo porta a comportamenti opportunistici, come il tentativo di sminuire il lavoro dei colleghi o di prendersi il merito di idee altrui. La competizione per l’approvazione crea un clima di adulazione e di ipocrisia, dove la sincerità e la lealtà vengono sacrificate sull’altare dell’ambizione. Infine, la competizione professionale, è spesso data dalle differenti preparazioni dei docenti. Le differenti formazioni, portano a visioni differenti, che possono innescare competizione tra colleghi.

3. Il clima scolastico sotto pressione: gli effetti della competizione

La competizione tra docenti, quando diventa eccessiva, ha un impatto profondo sul clima scolastico, trasformando un ambiente che dovrebbe essere sereno e collaborativo in un terreno minato. Uno degli effetti più evidenti è la creazione di un ambiente di lavoro tossico. La rivalità costante, i pettegolezzi, le frecciate velenose, creano un’atmosfera pesante e demotivante, dove la fiducia reciproca è un miraggio. La mancanza di serenità si riflette negativamente sul benessere dei docenti, che vivono in uno stato di stress permanente. Studi hanno evidenziato che un clima scolastico conflittuale, caratterizzato da episodi di bullismo e mobbing, è associato a un aumento dei livelli di stress, ansia e depressione tra i docenti.

[2] La competizione distrugge anche la collaborazione. Invece di condividere buone pratiche, di aiutarsi a vicenda, di lavorare insieme per il bene degli studenti, i docenti si chiudono a riccio, temendo che le proprie idee vengano rubate o sminuite. La creazione di progetti interdisciplinari, la condivisione di materiali didattici, il supporto ai colleghi in difficoltà, diventano attività secondarie, sacrificate sull’altare dell’individualismo. La mancanza di collaborazione ostacola l’innovazione didattica e la crescita professionale di tutti. Uno degli effetti più insidiosi della competizione è la non uniformità dell’offerta didattica. Quando i docenti competono tra loro, la coordinazione e la condivisione di obiettivi e metodologie diventano difficili. Gli studenti si trovano così a dover affrontare approcci didattici diversi, spesso contraddittori, che generano confusione e disorientamento. La mancanza di uniformità dell’offerta formativa crea disparità tra gli studenti, minando il principio di equità che dovrebbe essere alla base della scuola.

4. Studenti in difficoltà: quando la competizione incide sull’apprendimento

Gli studenti, spesso inconsapevoli delle dinamiche competitive che si consumano tra i loro docenti, ne subiscono le conseguenze in modo diretto e indiretto. Il clima di tensione che si respira in un ambiente scolastico dominato dalla rivalità genera ansia e demotivazione. Gli studenti percepiscono l’atmosfera pesante, la mancanza di armonia, e questo si riflette negativamente sul loro umore e sulla loro voglia di apprendere. La paura di deludere le aspettative dei docenti, di essere giudicati o di fallire, diventa un peso insopportabile, che ostacola la concentrazione e l’apprendimento. La qualità dell’insegnamento risente della mancanza di collaborazione tra docenti. Quando i docenti non si confrontano, non condividono idee e materiali didattici, non si supportano a vicenda, la didattica ne risente. Le lezioni diventano ripetitive, prive di stimoli, poco efficaci. La mancanza di coordinamento tra le discipline, l’assenza di progetti interdisciplinari, rendono l’apprendimento frammentato e privo di significato. Gli studenti si trovano così a dover affrontare un’offerta formativa impoverita, che non valorizza le loro potenzialità.

[3] Come detto in precedenza, La non uniformità della didattica è causa di profondo disorientamento. Gli studenti, si trovano a dover affrontare approcci didattici diversi, spesso contraddittori. Alcuni docenti prediligono un approccio frontale, altri un approccio laboratoriale, altri ancora un approccio basato sul problem solving. Questa eterogeneità, se non è ben coordinata, crea confusione e incertezza. Gli studenti non sanno come comportarsi, come studiare, come affrontare le prove di verifica. La mancanza di un’offerta didattica omogenea, che tenga conto delle esigenze e delle caratteristiche di tutti gli studenti, crea disparità e ingiustizie.

5. Docenti esausti: il prezzo del burnout
La competizione continua e spesso malsana tra docenti non solo incide negativamente sul clima scolastico e sugli studenti, ma grava pesantemente anche sul benessere dei docenti stessi, portando al fenomeno del burnout. Lo stress della competizione si accumula nel tempo, generando un senso di frustrazione, di inadeguatezza, di impotenza. La costante pressione per dimostrare il proprio valore, per superare i colleghi, per ottenere il riconoscimento della dirigenza, diventa un peso insopportabile, che logora le energie fisiche e mentali. Le conseguenze sulla salute mentale dei docenti sono evidenti. L’ansia, la depressione, i disturbi del sonno, i problemi di concentrazione, diventano compagni di vita. La mancanza di soddisfazione professionale, il senso di isolamento, la perdita di motivazione, rendono il lavoro sempre più pesante. I docenti si sentono svuotati, demotivati, incapaci di svolgere il proprio ruolo con passione e dedizione. La Sindrome del Burnout, caratterizzata da esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta realizzazione personale, colpisce frequentemente il personale docente, a causa di specifici fattori di stress, quali; il carico di lavoro eccessivo, la mancanza di supporto e la
competizione all’interno dell’ambiente scolastico.

[4] Inevitabilmente, la competizione ha anche una ricaduta negativa sulla qualità dell’insegnamento. I docenti esausti, stressati, demotivati, non riescono a svolgere il proprio lavoro con la stessa efficacia di un tempo. Le lezioni diventano ripetitive, prive di stimoli, poco efficaci. La mancanza di empatia, di entusiasmo, di passione, si riflette negativamente sull’apprendimento degli studenti. La relazione docente-studente si incrina, la fiducia si rompe, l’apprendimento diventa un’esperienza frustrante per
tutti.

6. La scuola collaborativa: strategie per un ambiente sano

La competizione tossica tra docenti non è una fatalità. È possibile trasformare un ambiente di rivalità in uno di collaborazione, dove il benessere di tutti (docenti, studenti, personale scolastico) sia al centro. La
prima strategia fondamentale è promuovere una cultura della collaborazione. Invece di incentivare la competizione individuale, la scuola deve creare spazi e opportunità per la collaborazione: progetti interdisciplinari, gruppi di lavoro, reti di supporto tra docenti. La condivisione di buone pratiche, la creazione di materiali didattici comuni, il supporto reciproco nei momenti di difficoltà, sono elementi chiave per costruire un ambiente di lavoro sereno e produttivo. L’adozione di un approccio collaborativo tra docenti, basato sulla condivisione di conoscenze, esperienze e risorse, può favorire la creazione di un clima scolastico positivo, migliorare la qualità dell’insegnamento e promuovere il benessere degli studenti.

[5] Un’altra strategia importante è valorizzare le competenze di ciascuno. Ogni docente ha talenti e competenze uniche, che possono arricchire l’intera comunità scolastica. Invece di creare una gerarchia di merito basata su criteri arbitrari, la scuola deve riconoscere e apprezzare le diverse professionalità, creando un ambiente di valorizzazione reciproca. I docenti devono sentirsi liberi di esprimere le proprie idee, di proporre progetti innovativi, di contribuire con le proprie competenze specifiche. La formazione sulla gestione dei conflitti è un altro elemento chiave per costruire un ambiente scolastico sano. Fornire ai docenti strumenti per comunicare in modo efficace, per gestire i conflitti in modo costruttivo, per risolvere i problemi in modo collaborativo, è essenziale per superare le tensioni e le rivalità. La formazione deve essere continua, integrata nel piano di aggiornamento professionale dei docenti. Il ruolo della dirigenza è fondamentale per creare un clima scolastico sereno e collaborativo. Il dirigente scolastico deve essere un leader positivo, capace di promuovere la collaborazione, di valorizzare le competenze di ciascuno, di gestire i conflitti in modo tempestivo e costruttivo. Il dirigente deve essere un modello di comportamento, un punto di riferimento per i docenti, un garante del benessere di tutta la comunità scolastica. Infine, la scuola deve creare spazi di confronto tra docenti. Dare la possibilità di esprimere le proprie idee, le proprie preoccupazioni, di confrontarsi sui problemi e sulle soluzioni, è essenziale per costruire un ambiente di lavoro trasparente e partecipativo. I momenti di confronto possono essere formali (consigli di classe, riunioni di dipartimento) o informali (pause caffè, momenti di socializzazione).

7. Conclusione: un appello alla collaborazione
La competizione tra docenti, come abbiamo visto, è una dinamica complessa che mina il benessere dell’intera comunità scolastica. Ma non è una condanna inevitabile. È possibile, anzi necessario, invertire la rotta, trasformando un ambiente di rivalità in uno di collaborazione. L’importanza di un ambiente scolastico basato sul rispetto e sul sostegno reciproco è fondamentale per la crescita professionale dei docenti, per l’apprendimento degli studenti, per la qualità dell’istruzione. Questo articolo è un invito a riflettere sulle proprie dinamiche relazionali, a riconoscere i comportamenti competitivi, a scegliere consapevolmente la strada della collaborazione. I docenti devono essere consapevoli che il loro benessere, la loro motivazione, la loro capacità di insegnare, dipendono in larga misura dal clima di lavoro che si crea nella scuola. La collaborazione non è solo un dovere professionale, ma una scelta etica, un investimento sul futuro degli studenti.

Come sosteneva Paulo Freire, “Se l’educazione da sola non può trasformare la società, senza di essa la società non può cambiare direzione”. Immaginiamo una scuola dove i docenti collaborano, si supportano a vicenda, condividono le proprie competenze e passioni. Una scuola dove l’apprendimento è un’esperienza entusiasmante per tutti, dove gli studenti si sentono valorizzati e motivati, dove i docenti si sentono realizzati e felici. Questa scuola è possibile. Dipende da noi, dalla nostra capacità di costruire insieme un futuro migliore. In un’epoca segnata da sfide educative complesse, amplificate dalle conseguenze della pandemia e dall’evoluzione tecnologica, la necessità di un ambiente scolastico collaborativo emerge con urgenza. Studi recenti evidenziano un aumento dei livelli di burnout tra i docenti, accentuato dalle pressioni legate all’insegnamento a distanza e alla necessità di adattarsi a nuove metodologie didattiche. Inoltre, il fenomeno del bullismo tra docenti, seppur spesso sottovalutato, si manifesta come una realtà preoccupante, che incide negativamente sul clima scolastico e sul benessere individuale. Pertanto, è fondamentale che le istituzioni scolastiche adottino strategie di leadership che promuovano la collaborazione, il supporto reciproco e la gestione efficace dei conflitti. Solo attraverso un impegno congiunto sarà possibile creare un ambiente scolastico dove la competizione cede il passo alla cooperazione, dove il benessere dei docenti è una priorità, e dove ogni studente possa realizzare il proprio potenziale.”

Note
[1] Johnson, D. W., & Johnson, R. T. (1989). Cooperation and competition:
Theory and research. Interaction Book Company.
[2] Borrelli, M. I., Arguedas, M., & Fornés, A. (2016). Workplace bullying
among schoolteachers: A review. Aggression and Violent Behavior, 26,
65-74. “Studi hanno evidenziato che un clima scolastico conflittuale,
caratterizzato da episodi di bullismo e mobbing, è associato a un aumento
dei livelli di stress, ansia e depressione tra i docenti”.
[3] Hargreaves, A. (1994). Changing teachers, changing times: Teachers’
work and culture in the postmodern age. Teachers College Press.
[4] Maslach, C., Schaufeli, W. B., & Leiter, M. P. (2001). Job burnout.
Annual review of psychology, 52(1), 397-422. “La Sindrome del Burnout,
caratterizzata da esaurimento emotivo, depersonalizzazione e ridotta
realizzazione personale, colpisce frequentemente il personale Docente, a
causa di specifici fattori di stress, quali; il carico di lavoro eccessivo, la
mancanza di supporto e la competizione all’interno dell’ambiente
scolastico”.
[5] Fullan, M. (2001). Leading in a culture of change. John Wiley & Sons.
Bibliografia
• Borrelli, M. I., Arguedas, M., & Fornés, A. (2016). Workplace
bullying among schoolteachers: A review. Aggression and Violent
Behavior, 26, 65-74.
• Freire, P. (1970). Pedagogy of the oppressed. Continuum.
• Fullan, M. (2001). Leading in a culture of change. John Wiley &
Sons.
• Hargreaves, A. (1994). Changing teachers, changing times:
Teachers’ work and culture in the postmodern age. Teachers College
Press.
• Johnson, D. W., & Johnson, R. T. (1989). Cooperation and
competition: Theory and research. Interaction Book Company.
• Kyriacou, C. (2001). Teacher stress: Directions for future research.
Educational review, 53(1), 27-35.
• Maslach, C., Schaufeli, W. B., & Leiter, M. P. (2001). Job burnout.
Annual review of psychology, 52(1), 397-422.

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