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Rotta preferenziale direzione casa: la strumentalizzazione dell'Inclusione

Rotta preferenziale direzione casa: la strumentalizzazione dell'Inclusione

A cura di Redazione
07 aprile 2025 21:26
Rotta preferenziale direzione casa: la strumentalizzazione dell'Inclusione -
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Il governo, proprio perché attento realmente all’inclusione e alla continuità didattica per gli alunni con disabilità, ha finalmente deciso di intervenire con un decreto, il DL 71/2024 per risolvere la “questione”. Questo provvedimento istituisce corsi che non sono né semplificati né rappresentano scorciatoie, ma sono calibrati sulle reali esigenze formative e compensative per i docenti con esperienza pluriennale e per i docenti con TFA europeo.Una delle “questioni” su cui vogliamo ulteriormente porre l’accento è  lo svuotamento delle cattedre di sostegno: un problema persistente nel sistema scolastico italiano che si manifesta da anni.Infatti, a differenza di altri settori disciplinari, il sostegno è particolarmente colpito da un continuo esodo di docenti, non solo a causa dei pensionamenti, ma anche per il passaggio a cattedre comuni.Questo trend è evidente nei dati sulla mobilità del personale docente, dove gli insegnanti di sostegno sono il gruppo più numeroso in trasferimento.

Prendiamo, ad esempio, i dati relativi alla mobilità del 2020-2021. Nonostante i docenti di sostegno costituivano solo il 12-13% del totale dei docenti statali di ruolo, oltre il 25% dei 55.000 docenti che hanno ottenuto un trasferimento in quell’anno erano su Sostegno. Questo significa che circa 14.000 docenti hanno cambiato sede, interrompendo così la continuità didattica per gli alunni con disabilità a loro affidati. Inoltre il 29% di questi professionisti dell’ Inclusione ha scelto di passare a posti comuni.

Analizzando i dati, emerge che il fenomeno non è omogeneo su tutto il territorio nazionale: il 46,1% dei passaggi da insegnanti di sostegno a posti comuni si è verificato nel Meridione, a fronte del 28,8% al Nord e del 25,1% al Centro.

Questo suggerisce l’esistenza di una “rotta” preferenziale, innegabile, seguita da molti insegnanti meridionali: iniziano occupando posti di sostegno al Nord, dove ci sono più opportunità di lavoro, per poi chiedere trasferimenti verso il Sud e infine passare a cattedre comuni.Questo percorso, che potremmo definire una sorta di “scorciatoia” (altro che INDIRE!!!) per raggiungere un posto stabile nella propria provincia, ha portato a una situazione in cui il sostegno diventa un mezzo per ottenere un’occupazione più desiderabile, piuttosto che un impegno verso gli alunni con bisogni educativi speciali.Quest’anno si è appena chiuso il termine per la presentazione delle domande di trasferimento, passaggio di ruolo e/o cattedra  e la procedura per la mobilità è ora in fase di svolgimento. Gli esiti dei movimenti saranno resi noti il 23 maggio ma già si registrano notizie riguardo a un numero elevato di richieste di trasferimento interprovinciale dalle regioni del Nord verso le province del Meridione.

È importante sottolineare che tra i docenti che stanno chiedendo la mobilità ci saranno probabilmente molti specializzati sul sostegno. Questa tendenza d’altronde non è una novità: ogni anno, infatti, coloro che hanno ottenuto il ruolo nelle province settentrionali, dove l’inserimento nel mondo della scuola è storicamente più agevole, cercano di tornare nella loro provincia di residenza non appena ne hanno l’opportunità.

Precisiamo che i docenti titolari su posto di sostegno, pur essendo soggetti al vincolo quinquennale, possono partecipare alle operazioni di mobilità per passaggio di ruolo su posti di sostegno di ordine e grado diversi, purché siano in possesso del relativo titolo di specializzazione. Tuttavia, è fondamentale notare che i docenti di sostegno che non abbiano terminato il quinquennio di permanenza non possono richiedere di partecipare ai passaggi di ruolo su posti di tipo comune e su classi di concorso fino al compimento del quinquennio ma siamo certi che lo faranno appena possibile, come confermato da alcuni colleghi in anno di prova su sostegno… (CCNI 2025/2028)

In sintesi, la mobilità dei docenti per il 2025 si presenta come un processo complesso e influenzato da vari fattori economici e normativi, con una particolare attenzione ai docenti specializzati sul sostegno che cercano opportunità di rientro nelle loro province di origine. Questo sistema, che naturalmente è un diritto riconosciuto dalla legge, purtroppo, non tiene conto dell’importanza della continuità didattica per gli alunni con disabilità, né della necessità di avere insegnanti motivati e specializzati nel sostegno.
Forse se i posti per il TFA sostegno fossero stati attribuiti nelle regioni del Nord  dove il fabbisogno è sempre stato maggiore permettendo ai docenti residenti di frequentarli questa situazione non sarebbe stata così accentuata. Ecco perché il Governo sta intervenendo! Con i corsi INDIRE si potrà riequilibrare tutto. Conclusioni
In un contesto in cui si parla tanto di inclusione nella scuola, è fondamentale riconoscere che il Governo attuale sta finalmente affrontando le problematiche strutturali che ostacolano il funzionamento del sistema scolastico e in particolare di quello tanto delicato come il sostegno. Fino adesso i problemi sono invece stati trattati come polvere da far “sparire” sotto il tappeto!Sembra invece che per alcune categorie “opposte e sinistroidi” sia più importante tutelare interessi personali piuttosto di quelli degli studenti: da qui la lotta per ostacolare il cammino dei corsi INDIRE che interromperà l’abitudine di specializzarsi sul Sostegno da parte di chi ha interesse solo a trovare un posticino  da abbandonare appena può!È essenziale riconoscere che, per garantire un’istruzione di qualità agli alunni con bisogni educativi speciali, è necessaria la valorizzazione della professione docente che premi la passione e la competenza, piuttosto che favorire percorsi opportunistici. L’argine ai beceri opportunismi travestiti da amore per l’inclusione finalmente lo sta costruendo il Governo con il DL 71/2024!
Con questo DL, infatti, si sta seguendo la giusta direzione per garantire che i docenti di sostegno i quali lavorano a scuola da tempo siano valorizzati e dando loro una maggiore stabilità e continuità didattica per gli alunni con disabilità. Questo è un passo fondamentale verso un sistema educativo più inclusivo e responsabile.Daniela Nicolò Uniti per INDIRE

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