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Salute, Ambiente, Verità: il CNDDU porta il caso Bussi tra i Banchi di Scuola

Salute, Ambiente, Verità: il CNDDU porta il caso Bussi tra i Banchi di Scuola

A cura di Redazione
27 maggio 2025 19:45
Salute, Ambiente, Verità: il CNDDU porta il caso Bussi tra i Banchi di Scuola -
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Il Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani esprime con forza la propria indignazione e inquietudine in merito al caso della discarica abusiva di Bussi sul Tirino, uno dei più gravi crimini ambientali nella storia d’Europa, e denuncia il colpevole ritardo nell’avvio effettivo delle operazioni di bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN).

Nel cuore dell’Abruzzo, incastonato tra il Parco del Gran Sasso e quello della Majella, un paradiso naturale è stato per decenni contaminato da tonnellate di sostanze tossiche, inquinanti cancerogeni e scarti industriali interrati deliberatamente. Un attentato alla salute pubblica e all’ecosistema, perpetrato scientificamente per oltre quarant’anni, con piena consapevolezza da parte dei vertici industriali. Documenti interni parlano chiaro: “Non ci conviene bonificare”.

Questa non è solo una questione ambientale. È una questione di giustizia. Di diritti negati.

I numeri sono agghiaccianti: 500.000 tonnellate di suolo contaminato, 700.000 cittadini esposti ad acqua potabile inquinata da mercurio, piombo, clorurati. Un’intera valle avvelenata nella consapevolezza delle autorità competenti e nella totale assenza di trasparenza verso i cittadini.

Come educatori impegnati nella promozione dei Diritti Umani, riteniamo inaccettabile che la salute e la vita stessa di intere comunità siano state sacrificate sull’altare del profitto, e che, a distanza di quasi vent’anni dalla scoperta della discarica Tre Monti, la bonifica non sia ancora stata completata.

Il processo penale in corso rappresenta solo un tassello della verità. Ma la giustizia ambientale non può fermarsi ai tribunali. Deve diventare coscienza civica, memoria collettiva e azione concreta. È dovere dello Stato, delle istituzioni locali e dell’intera società civile assicurare che la bonifica sia completata immediatamente secondo standard scientifici, che i responsabili paghino sul piano giudiziario e che la popolazione sia protetta, informata e coinvolta attraverso monitoraggi continui, indagini epidemiologiche e strumenti di tutela. Il sito stesso deve essere riconvertito in un luogo di ricerca e memoria affinché quanto accaduto non venga dimenticato.

In questa prospettiva, il Coordinamento Nazionale Docenti lancia una campagna educativa dal titolo “#RespiraIlFuturo” rivolta alle scuole, con l’obiettivo di trasformare il caso Bussi in un esempio vivo di educazione alla cittadinanza attiva. La campagna prevede l’impiego di intelligenza artificiale e strumenti digitali all’avanguardia per rendere gli studenti protagonisti di percorsi formativi innovativi: simulazioni in realtà aumentata, chatbot per l’analisi critica e la narrazione civica, contenuti creati e diffusi sui social media più utilizzati dai giovani per sensibilizzare in modo autentico e virale. Un’app dedicata guiderà inoltre il lavoro didattico e raccoglierà testimonianze da ogni scuola partecipante, creando una rete nazionale di consapevolezza ambientale.

In linea con la proposta di Soil Monitoring Law dell’Unione Europea, rivendichiamo un nuovo paradigma basato sulla resilienza ecologica, la trasparenza pubblica e la prevenzione, affinché ogni centimetro di suolo inquinato diventi l’inizio di un riscatto culturale e sociale.

Il Coordinamento si impegna a portare il caso di Bussi nelle scuole come esempio emblematico di violazione dei diritti umani e ambientali, per costruire una generazione consapevole del fatto che ambiente, salute e verità sono beni comuni non negoziabili.

Chi ha avvelenato le acque della Val Pescara non ha inquinato solo un fiume, ma la fiducia stessa nei valori costituzionali. E questa fiducia va risanata, come il suolo, con verità e giustizia.

 

Prof. Romano Pesavento

Presidente CNDDU

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