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Sciopero: docenti, ATA e studenti in piazza per contratti e stabilità

Oggi, 31 ottobre 2024, le scuole italiane sono state protagoniste di una protesta significativa con lo sciopero indetto dalla FLC CGIL per docenti e personale ATA. La mobilitazione richiama l’attenzio...

A cura di Redazione
31 ottobre 2024 09:57
Sciopero: docenti, ATA e studenti in piazza per contratti e stabilità -
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Oggi, 31 ottobre 2024, le scuole italiane sono state protagoniste di una protesta significativa con lo sciopero indetto dalla FLC CGIL per docenti e personale ATA. La mobilitazione richiama l’attenzione su una serie di problematiche irrisolte che minano la qualità del sistema scolastico italiano, tra cui la necessità di un contratto equo, la stabilità occupazionale e la lotta contro riforme percepite come “autoritarie e regressive.” Lo sciopero odierno anticipa un’altra data chiave, il 15 novembre, quando saranno gli studenti a scendere in piazza per difendere una visione diversa dell’istruzione.

Le Rivendicazioni della Protesta

La FLC CGIL ha proclamato lo sciopero con l’obiettivo di ottenere un rinnovo contrattuale per il triennio 2022-2024, in un contesto in cui la Legge di Bilancio, appena presentata in Parlamento, non prevede aumenti significativi per i salari dei lavoratori della scuola. Con un’inflazione che ha raggiunto quasi il 18%, la mancata rivalutazione delle retribuzioni rappresenta una delle principali preoccupazioni per il sindacato. “Un contratto giusto e un lavoro stabile” sono i principali obiettivi della protesta, come si legge in una nota della Rete della Conoscenza, che appoggia la mobilitazione dei docenti.

Il precariato è un altro tema cruciale. Attualmente, un lavoratore su quattro tra il personale ATA e i docenti non ha un contratto stabile, condizione che mina la continuità didattica e penalizza gli studenti, costretti a confrontarsi ogni anno con nuove figure educative. La segretaria della FLC CGIL, Gianna Fracassi, ha dichiarato all’Ansa che lo sciopero odierno è anche un’occasione per “affermare un’idea di scuola democratica, in netta contrapposizione con le riforme regressive del ministro Valditara.”

Critiche alle Riforme del Ministro Valditara

Tra i motivi della protesta figura la contrarietà alla filiera tecnologico-professionale, che secondo i sindacati e le associazioni studentesche limita l’offerta formativa e la indirizza verso esigenze di mercato. La proposta del “liceo made in Italy” ha sollevato preoccupazioni per un modello scolastico che, secondo Fracassi, “risponde a una visione aziendalistica dell’istruzione” e sacrifica la crescita culturale e critica degli studenti a favore di un’immediata funzionalità economica.

Altrettanto criticata è l’introduzione di nuovi sistemi di valutazione, basati su criteri che gli scioperanti definiscono “selettivi e punitivi”, e la revisione dell’educazione civica, considerata una deriva verso l’individualismo e l’orientamento al profitto. L’istituzione delle cosiddette “classi differenziali” per alunni non italofoni è stata denunciata come una misura discriminatoria, che riduce l’integrazione e crea un modello di istruzione separato.

La Mobilitazione degli Studenti

Insieme ai docenti e al personale ATA, oggi in piazza si sono uniti gli studenti, che continuano a mobilitarsi con l’obiettivo di una riforma della rappresentanza studentesca e un rinnovato dialogo con le istituzioni. Il 15 novembre è prevista un’altra grande manifestazione studentesca, che secondo Tommaso Martelli, coordinatore nazionale dell’Unione Degli Studenti, servirà per chiedere un cambiamento nel rapporto tra scuola e lavoro, e una maggiore centralità del ruolo degli studenti nelle decisioni scolastiche.

Paolo Notarnicola, coordinatore della Rete degli Studenti Medi, ha espresso il suo dissenso nei confronti di una legge sulla condotta che rischia di trasformare le scuole in ambienti di repressione. Secondo Notarnicola, il sistema educativo dovrebbe formare cittadini consapevoli, piuttosto che “servire esclusivamente le esigenze del mercato.”

Un’Autunno di Proteste per il Futuro della Scuola

Le manifestazioni di oggi e quella prevista per il 15 novembre rappresentano un’alleanza trasversale tra studenti e lavoratori della scuola, che si oppongono a politiche ritenute divisive e inadeguate per garantire una crescita educativa e sociale. Se il Governo non risponderà alle richieste, si prospetta un autunno ricco di mobilitazioni, con l’obiettivo di riaffermare una visione di scuola inclusiva, democratica e orientata alla formazione critica e alla stabilità lavorativa.

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