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Scuola - concorso ordinario: richiesta istituzione graduatoria ad esaurimento

 La richiesta dell’istituzione di una graduatoria ad esaurimento per il concorso ordinario scuola, D.D.G. 2575/2023, si sussegue tra i vari gruppi di docenti che vi hanno partecipato. L’appello è dei...

A cura di Doriana D'Elia
13 luglio 2024 14:09
Scuola - concorso ordinario: richiesta istituzione graduatoria ad esaurimento -
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La richiesta dell’istituzione di una graduatoria ad esaurimento per il concorso ordinario scuola, D.D.G. 2575/2023, si sussegue tra i vari gruppi di docenti che vi hanno partecipato.

L’appello è dei precari: 

“Noi insegnanti precari di tutta Italia che abbiamo sostenuto, e superato le prove dell’ultimo concorso ordinario D.D.G. 2575/2023,

CHIEDIAMO

che vi sia una graduatoria a scorrimento  utile a coprire interamente i posti messi a bando dal Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Chiediamo questo perché riteniamo profondamente ingiusto che docenti plurilaureati, che nel corso della loro carriera hanno migliorato e perfezionato le loro competenze, e con alle spalle diversi anni di servizio, e che quotidianamente vivono la scuola, si ritrovino esclusi  dalla graduatoria finale  per un eventuale, e  misero, 0,05 di punteggio.

Queste persone si ritroverebbero, così, nuovamente, nel prossimo autunno (periodo in cui, secondo il Ministero  dell’Istruzione, sarà bandito il secondo concorso PNRR atto a stabilizzare altri 24 mila insegnanti precari), a concorrere per lo stesso posto e a sostenere, nelle stesse modalità, le stesse prove che hanno già sostenuto e superato nel precedente concorso.

Chiediamo che venga riproposto  lo stesso criterio usato con l’istituzione delle graduatorie a scorrimento relative al concorso ordinario del 2020.

Dal punto di vista morale, fisico e psicologico, per queste persone, rimettersi nuovamente a concorrere, risulterebbe stancante e  mortificante.                   Significherebbe impiegare risorse, tempo  ed energia in sforzi già sostenuti e che sono stati ripagati positivamente dal superamento delle prove concorsuali.  Significherebbe nuovamente subire ansie, pressioni, tensioni che un concorso porta con sé.                                                                                                                                  Tutto ciò comporterebbe  un rimettersi in gioco in un contesto in cui si è già risultati idonei all’insegnamento di quella disciplina, avendo superato le prove disciplinari.

La domanda dunque che noi insegnanti di tutta Italia ci poniamo è:

Perché bandire un nuovo concorso Pnrr per l’assunzione di altre 24 mila unità quando invece si potrebbe attingere dalle graduatorie del concorso ordinario D.D.G 2575/2023, ovvero quelle del primo concorso Pnrr?

Noi riteniamo che questo modus operandi sia non solo totalmente illogico dal punto di vista operativo ma anche mortificante e irrispettoso nei confronti di tutti quegli insegnanti che hanno superato le prove. Insegnanti che ogni giorno, in classe, dimostrano le loro competenze, il loro valore e che ogni anno, non riescono a ottenere quella continuità didattica, che apporterebbe grandi benefici nell’evoluzione del percorso didattico ed educativo dell’allievo.

 Chiediamo che vengano accolte le nostre istanze; il tutto per garantire un sistema equo e democratico di valutazione delle competenze degli insegnanti, già accertate nei risultati delle prove concorsuali.

Competenze che si andrebbero, dunque, a contestualizzare in una graduatoria di merito che vada via via scorrendo così da completare interamente i posti messi a disposizione dai fondi del PNRR.

Si eviterà cosi di bandire altri concorsi, di spendere inutilmente altri fondi pubblici, e si darà invece così priorità agli insegnanti che il concorso l’hanno già superato.

Tutto ciò garantirebbe all’intera impalcatura scolastica una maggiore tenuta, e si premierebbero in questo modo gli sforzi intellettuali, fisici ed economici di migliaia e migliaia di docenti che quotidianamente vivono la scuola, affrontandone criticità e problematiche, ed affiancando le nuove generazioni nel loro percorso di crescita, in una società sempre più complessa e articolata”.

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