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Scuola italiana, tra caos quotidiano e attese pasquali: concorsi sbagliati, precari stanchi e un sistema che cerca respiro

Scuola italiana, tra caos quotidiano e attese pasquali: concorsi sbagliati, precari stanchi e un sistema che cerca respiro

A cura di Diego Palma
19 aprile 2025 09:45
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In questi giorni di pausa pasquale, le scuole chiudono i cancelli, ma i problemi restano aperti. Anzi, si accumulano. Basta guardare a ciò che è successo nelle ultime settimane per rendersi conto che la scuola italiana è ancora nel pieno di una crisi di identità, visione e gestione. I concorsi si stanno trasformando da opportunità a incubo, il precariato è cronico, i titoli esteri sono bloccati in stanze burocratiche senza finestre, il personale ATA viene trattato come un accessorio. E mentre si attendono i dati ufficiali delle elezioni RSU appena concluse, i sindacati sono chiamati a una sfida vera, non solo elettorale: tornare a contare davvero.

Concorsi: il caos oltre la selezione

Il PNRR aveva promesso una rivoluzione. Invece ha prodotto – per ora – un’accelerazione disordinata e inaffidabile dei concorsi. Le prove scritte di molti concorsi ordinari hanno generato indignazione: domande errate, ambigue o fuori programma, correzioni approssimative, punteggi sbagliati. Un quadro che ha gettato nell’incertezza migliaia di candidati, già logorati da anni di precariato.

Il concorso per Dirigenti Scolastici è ancora sospeso in un limbo tra attese e timori: tempi incerti, modalità dubbie e la consapevolezza che, anche una volta concluso, il sistema non riuscirà comunque a coprire il fabbisogno reale, lasciando molte scuole ancora in reggenza.

Precariato e titoli esteri: la doppia frustrazione

I docenti precari vivono in una situazione ormai insostenibile: supplenze annuali, punteggi ballerini, graduatorie da aggiornare ma ancora senza regole certe. Le promesse sui percorsi abilitanti, più volte sbandierate dal Ministero, sono ferme. Di concreto, finora, c’è solo l’attesa. E molta stanchezza.

Chi ha invece conseguito titoli all’estero continua a combattere contro una burocrazia che sembra fatta apposta per respingere. Riconoscimenti che non arrivano, comunicazioni opache, e un senso diffuso di ingiustizia. Sono professionisti che potrebbero già essere in classe, ma restano fermi per ragioni spesso incomprensibili.

ATA: il personale dimenticato (invisibile)

Amministrativi, tecnici e collaboratori scolastici: senza di loro le scuole non aprirebbero neanche. Eppure, il personale ATA resta sistematicamente escluso da riforme, investimenti e attenzione mediatica. Turni pesanti, stipendi bassi, organici ridotti all’osso. È una categoria che regge la scuola a mani nude, ma viene trattata come un’ombra.

RSU e sindacati: prove di futuro

Si sono appena concluse le elezioni RSU (Rappresentanze Sindacali Unitarie). I dati ufficiali sono attesi nelle prossime settimane e diranno molto sullo stato della rappresentanza sindacale nel mondo della scuola. Ma al di là delle percentuali, la vera questione è un’altra: cosa faranno i sindacati con il consenso ricevuto?

La sfida è enorme. Riconquistare credibilità, parlare alle nuove generazioni di docenti e ATA, proporre contratti dignitosi, percorsi certi di stabilizzazione, una visione della scuola che non sia fatta solo di slogan o ricorsi. Servono meno tavoli e più risultati.

Pasqua: pausa o punto di domanda?

E così arriva la Pasqua. In teoria, un tempo di rinascita. In pratica, una tregua. Ma qui la tregua ha il sapore di una sospensione:

  • Il sistema scolastico è immerso in problemi strutturali.

  • La Pasqua rappresenta un momento di riflessione e, idealmente, ripartenza.

  • Ma senza interventi decisi, si rischia solo di tornare al punto di partenza.

Serve un cambio di passo. Serve volontà politica. E serve che chi lavora nella scuola venga ascoltato, rispettato e messo in condizione di fare bene il proprio mestiere. Dopo le vacanze, tutti torneranno in aula. Ma se nulla cambia, si tornerà anche al solito film: tagli, incertezze, rabbia.

Il sistema scuola non ha bisogno solo di sopravvivere. Ha bisogno di respirare. E, forse, proprio questa pausa può essere il momento per ripensare davvero da dove si vuole ripartire.

Inviate le vostre segnalazioni a: [email protected]

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