Scuola, la legge di Bilancio 2023 azzera le chiacchiere
Scuola. La politica e non solo si nutrono di dichiarazioni e interviste, che spesso propongono i sogni e le speranze del protagonista di turno. Quasi sempre però servono al chiacchiericcio inutile, pe...

Scuola. La politica e non solo si nutrono di dichiarazioni e interviste, che spesso propongono i sogni e le speranze del protagonista di turno. Quasi sempre però servono al chiacchiericcio inutile, perché poi i fatti impongono una realtà diversa, condizionata soprattutto dall’esiguità delle risorse disponibili. L’ingrato compito è svolto dalle disposizioni legislative come le leggi di Bilancio.
Quella varata dal Governo Meloni non sfugge a questa regola.
Entriamo nel dettaglio. Il contratto economico 2019-21 è stato firmato, con l’impegno di reperire 300 milioni di €. Nella legge di Bilancio è concesso il 50% di quello pattuito. Si legge, infatti:” Per il triennio 2019-2021 gli oneri posti a carico del bilancio statale per la contrattazione collettiva nazionale per i miglioramenti economici del personale scolastico, comparto istruzione e ricerca, sono incrementati di 150 milioni di euro per il 2023” (art. 90 comma 1).
A questo occorre aggiungere che nell ’art. 89 e 90 non c’è traccia di risorse destinate al contratto 2022-24, scaduto anch’esso da quasi un anno. Altra certezza, dettata dall’ottimizzazione ed efficienza, riguarda il dimensionamento delle istituzioni scolastiche: minimo 900 allievi, max 1000 studenti! La disposizione non entrerà immediatamente a regime, sarà graduata. Infatti si legge “Al fine di garantire una riduzione graduale del numero delle istituzioni scolastiche, per i primi tre anni scolastici si applica un correttivo pari rispettivamente al 7%, al 5% e al 3%, anche prevedendo forme di compensazione interregionale”.
In conclusione, si conferma la distanza tra le promesse e i fatti. Del resto con un rapporto Debito/Pil al 150% ogni speranza si infrange!