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Scuola, svolta nel contratto: sul tavolo 3 miliardi per gli aumenti, ma i sindacati frenano

Una boccata d’ossigeno per oltre un milione di lavoratori del comparto scuola e ricerca potrebbe arrivare dal rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per il triennio 2022-2024. L’A...

A cura di Redazione
27 marzo 2025 05:20
Scuola, svolta nel contratto: sul tavolo 3 miliardi per gli aumenti, ma i sindacati frenano -
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Una boccata d’ossigeno per oltre un milione di lavoratori del comparto scuola e ricerca potrebbe arrivare dal rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) per il triennio 2022-2024. L’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) ha messo sul tavolo una cifra che supera i tre miliardi di euro, destinati principalmente ad incrementi salariali per docenti, personale ATA e dipendenti di università, Afam ed enti di ricerca.

L’incontro del 26 marzo tra l’Aran e le organizzazioni sindacali ha segnato un momento cruciale nella trattativa. Secondo le cifre presentate dall’Agenzia, i docenti potrebbero beneficiare di un aumento medio lordo mensile di circa 150 euro, mentre per il personale ATA l’incremento si aggirerebbe intorno ai 130 euro. Miglioramenti economici sono previsti anche per gli altri settori, con cifre che variano tra i 140 e i 210 euro lordi al mese.

Il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, ha espresso soddisfazione per la proposta, definendola un “adeguato riconoscimento economico” e sottolineando l’impegno a bilanciare le richieste dei sindacati con le risorse disponibili.

Sindacati cauti: “Aumenti erosi dall’inflazione”

Nonostante l’entità delle risorse stanziate, l’entusiasmo tra i sindacati è tutt’altro che palpabile. Le principali sigle rappresentative, tra cui Cisl Scuola, Flc Cgil, Uil Scuola Rua e Gilda degli Insegnanti, pur riconoscendo il passo avanti compiuto, hanno espresso forte preoccupazione per l’impatto dell’inflazione.

Ivana Barbacci della Cisl Scuola ha evidenziato come l’inflazione nel triennio di riferimento abbia superato il 17%, mentre gli aumenti proposti coprono a malapena il 6%. Un dato allarmante che rischia di vanificare gran parte dei benefici economici attesi.

Anche Paolo Pizzo della Uil Scuola Rua ha posto l’accento sulla necessità di considerare l’indennità di vacanza contrattuale già anticipata, che ridurrebbe l’aumento effettivo a circa 57 euro lordi mensili. Un importo giudicato insufficiente a compensare il potere d’acquisto perso negli ultimi anni.

Nodo distribuzione delle risorse e richieste specifiche

Il dibattito si concentra anche sulla destinazione interna dei fondi. Alcuni sindacati chiedono una maggiore attenzione per il personale che svolge ruoli chiave all’interno delle scuole, come i collaboratori dei dirigenti e i referenti digitali. Altri, come Marcello Pacifico dell’Anief, insistono su misure concrete come l’introduzione dei buoni pasto per tutto il personale e indennità per chi lavora lontano dalla propria residenza.

La Gilda degli Insegnanti, dal canto suo, ha riaperto la ferita del blocco degli scatti di anzianità del 2013, chiedendo che tutte le risorse disponibili vengano destinate direttamente agli stipendi, senza ulteriori frammentazioni.

Un confronto ancora aperto: lontana la firma definitiva

Il clima negoziale rimane quindi teso. Se da un lato l’Aran auspica una chiusura entro la primavera, dall’altro i sindacati sembrano determinati a ottenere miglioramenti significativi per una categoria professionale che da tempo lamenta retribuzioni inadeguate rispetto al carico di lavoro e alla responsabilità sociale del proprio ruolo.

Secondo recenti analisi, i salari degli insegnanti italiani si collocano tra i più bassi d’Europa, un tema più volte sollevato dalle organizzazioni sindacali e oggetto di dibattito anche a livello politico.

Le prossime settimane saranno cruciali per capire se ci saranno margini di manovra per accogliere le richieste dei sindacati e giungere a un accordo che soddisfi le aspettative dei lavoratori della scuola. Nel frattempo, nelle aule continua l’impegno quotidiano di docenti e personale ATA, in attesa di vedere tradotte in cifre concrete le promesse di un maggiore riconoscimento economico. La speranza è che questo rinnovo contrattuale possa rappresentare un segnaleTangibile di attenzione verso un settore fondamentale per il futuro del Paese.

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