‘Se da piccoli ci avessero detto …’, il libro, IL MIA Maieutic Integrated Approach. Un approccio didattico rivoluzionario, contemporaneo e consapevole
Pubblicato nel novembre scorso, il testo ‘Se da piccoli ci avessero detto…’ illustra IL MIA Maieutic Integrated Approach, un rivoluzionario approccio didattico contemporaneo nato nel 2018 al fianco di...

Pubblicato nel novembre scorso, il testo ‘Se da piccoli ci avessero detto…’ illustra IL MIA Maieutic Integrated Approach, un rivoluzionario approccio didattico contemporaneo nato nel 2018 al fianco di poco meno di duecentocinquanta tra alunne ed alunni della scuola secondaria di primo grado e da allora in continua espansione con altri ottocento allievi dell’I.C. ‘Francesco Saverio Nitti’ di Roma. Alessandra Irene Anzini, autrice del testo e creatrice del Metodo, più che altro da definirsi un ‘Approccio’ didattico, è architetto, docente e artista nonché ideatrice e formatrice del progetto scolastico ‘Fare scuola al Museo’. Dal 2022 si confronta con un team interdisciplinare di esperti finalizzando il suo serrato impegno educativo al raggiungimento e all’introduzione nella scuola delle competenze destinate alla formazione dell’insegnante con funzione di ‘Educatore Olistico’. Il MIA, nato con l’intento di condividere con gli alunni una collaborazione aperta e per nulla competitiva, sostituisce l’io al noi e il mero concetto di trasmissione delle informazioni velocemente si tramuta in un’efficace e gratificante comunicazione interpersonale.
Il contesto di partenza
Nell’attuale sistema scolastico nazionale prevalgono, condizioni rilevate ancor prima dell’inizio del distanziamento e dell’intermittenza della frequenza scolastica regolare indotta dal Covid, la solitudine, il senso di abbandono e un poco rassicurante aumento della fragilità emotiva e dell’ansia così come una progressiva diminuzione della capacità intuitiva. A tali condizioni si aggiungono consistenti deficit di attenzione e concentrazione, particolarmente rilevabili nelle classi dove sono presenti alunni BES e DSA, nonché ridotte capacità di memorizzazione, di gestione della paura di mettersi in gioco e del controllo delle proprie emozioni. Gli alunni si presentano demotivati e con una generale difficoltà nel partecipare spontaneamente alle attività di gruppo nonché nello stabilire relazioni costruttive, egalitarie e spontanee con i compagni di classe e con il docente. Per contro, gli insegnanti subiscono l’insistente pressione dei genitori, uno stress di grado elevato rispetto alle forze messe quotidianamente a disposizione e un pericoloso senso di frustrazione nel rilevare la crescente necessità di semplificare i contenuti scolastici che gli alunni non sono in grado di elaborare correttamente a livello cognitivo e volitivo.
Le procedure burocratiche, sempre più pressanti tra le aule scolastiche, sottraggono tempo prezioso all’insegnante riducendo la capacità di ascolto e la creatività insite nella professionalità di ognuno di loro. Tale imbarazzante situazione spinge l’insegnante, nel tentativo qualche volta riuscito, verso il recupero del suo ruolo di educatore e di pedagogo e lo sviluppo della componente olistica del suo insegnare. Possedere, oltre la competenza e la passione per la disciplina che insegna anche un alto livello di empatia, principi di psicologia e una formazione diversificata su più ambiti motivano l’insegnante nel recupero di componenti essenziali della sua professionalità. In definitiva, il saper ascoltare prevarrà sul farsi ascoltare a tutti i costi: ecco che la capacità di apprendimento individuale si affranca dalle dipendenze esterne e il ruolo insegnante/allievo diventa equivalente nei rapporti tra guida esperta e principiante. L’insegnante acquisisce così il concetto di Unicità, oggi da preferire al termine ormai superato di diversità, che subentra come essenziale per attivare un percorso di conoscenza autentica che conduce ad una condizione trasformante.
L’innovazione del MIA
Il Metodo, la cui innovazione risiede nel valorizzare l’unicità della persona anche quando sono presenti difficoltà di acquisizione dei concetti, si adatta perfettamente anche ai ragazzi che generalmente rimangono indietro a causa di problemi psico-fisici, bassa autostima o ritardi medio-lievi nell’apprendimento. L’inclusività del Metodo è dunque garanzia di riuscita per tutti i ragazzi, compresi quelli con disabilità che vedono così accorciare le distanze tra loro e i compagni. Le modalità di svolgimento del programma, infatti, vanno incontro alle diverse intelligenze e utilizzano canali comunicativi di possibile successo per tutti. L’interdipendenza positiva che si crea all’interno della classe tra compagni e con l’insegnante genera la sicura garanzia di stabilire relazioni vantaggiose e di aiuto reciproco che escludono del tutto fenomeni di emarginazione, bullismo e mancata inclusione nel contesto classe/istituto scolastico.
In breve, in che cosa consiste IL MIA?
IL MIA offre all’alunno la straordinaria opportunità di leggere e comprendere testi scolastici di qualsiasi disciplina individuando inizialmente i termini sconosciuti, cerchiandoli e denominandoli ‘sassi’ e conducendolo poi ad appropriarsi dei significati superando agevolmente le difficoltà che inizialmente presentano le pagine sulle quali si studia. La forma grafica che si attribuisce al testo consente, a seguire, l’organizzazione di una mappa concettuale che favorisce la comprensione, ciascuno al proprio livello, e la traduzione semplice anche dei concetti più complessi. In seguito, l’esposizione di quanto compreso, a partire dallo ‘scheletro’, si traduce in frasi semplici e lineari che ciascun alunno può calibrare sulle personali abilità. Esprimersi in autonomia, senza competitività e con il vantaggio di sostenersi l’un l’atro consente agli alunni di provare, talvolta alla loro prima esperienza, il piacere di mettersi in gioco, di uscire dall’isolamento e di ottenere un’importante gratificazione.
Il testo ‘Se da piccoli ci avessero detto…’ si presenta arricchito dalla prefazione di Franco Pomilio, creativo della semplicità complessa, fondatore del Gruppo Pomilio Blumm, la principale impresa di comunicazione istituzionale in Europa. La postfazione è di Pasquale Moliterni, professore ordinario di Didattica e Pedagogia Speciale dell’Università di Roma ‘Foro Italico’, già coordinatore della Sezione dipartimentale di Scienze Umane e Sociali.
Per saperne di più e per contattare l’autrice del libro: