Solo USB (per il momento) allo sciopero del 31 con CGIL. Valditara: "senza conoscere le carte e prima del ponte del 2 novembre"
Il prossimo 31 ottobre, il mondo della scuola e dell’università si fermerà per uno sciopero indetto dalla Flc Cgil, la Federazione dei lavoratori della conoscenza. Questa manifestazione, che vedrà l’a...

Il prossimo 31 ottobre, il mondo della scuola e dell’università si fermerà per uno sciopero indetto dalla Flc Cgil, la Federazione dei lavoratori della conoscenza. Questa manifestazione, che vedrà l’adesione del sindacato Usb, rappresenta una nuova tappa della mobilitazione contro il governo, guidato dal ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara. La scelta della data, il giorno prima del ponte di Ognissanti, ha già suscitato polemiche, con Valditara che ha definito lo sciopero “curioso” e “precipitato”, poiché proclamato prima della presentazione della proposta di Legge di bilancio.
Le ragioni della protesta
La decisione della Flc Cgil di indire uno sciopero per il 31 ottobre si basa su una serie di questioni centrali per il settore dell’istruzione e della ricerca. In primo luogo, il sindacato denuncia la mancanza di risorse aggiuntive nel rinnovo del contratto 2022-2024. Secondo la Cgil, l’inflazione degli ultimi tre anni, arrivata al 18%, ha gravemente eroso il potere d’acquisto degli stipendi del personale scolastico e universitario, che non vedono adeguamenti salariali sufficienti a fronteggiare questa situazione.
Un altro punto fondamentale è la questione del precariato. La Cgil lamenta l’assenza di un piano chiaro per la stabilizzazione del personale precario, sia a livello scolastico che universitario. La situazione è resa ancora più grave dal fatto che non vi sono risposte concrete per il rafforzamento degli organici. Gli scioperanti temono anche la possibilità di nuovi tagli che potrebbero colpire il settore dell’istruzione, già messo a dura prova da anni di scarsità di investimenti.
Le preoccupazioni della Cgil riguardano anche il rischio di una possibile regionalizzazione del contratto di lavoro, che metterebbe in discussione l’unità nazionale del settore. In questo contesto, lo sciopero del 31 ottobre appare come una risposta a quella che il sindacato vede come un’indifferenza del governo verso le loro richieste.
Unico sostegno dall’USB (per il momento)
Curiosamente, a differenza di precedenti mobilitazioni del comparto scolastico, lo sciopero del 31 ottobre vedrà solo l’adesione della Usb, l’Unione Sindacale di Base, che ha già proclamato da agosto lo stato di agitazione per tutto il pubblico impiego. Le altre sigle sindacali confederali, tra cui Cisl e Uil, non parteciperanno a questa mobilitazione. Questo fatto sottolinea una frattura all’interno del fronte sindacale, con una Cgil sempre più isolata nelle sue iniziative di protesta contro il governo.
La decisione dell’Usb di partecipare allo sciopero rappresenta un importante segnale di solidarietà verso la Cgil, ma potrebbe non essere sufficiente a garantire una larga partecipazione. Le ultime mobilitazioni della Cgil nel settore scolastico hanno infatti registrato adesioni piuttosto basse: nel dicembre 2022, l’adesione allo sciopero fu solo dell’1,81%, un dato che non fa ben sperare per l’iniziativa del 31 ottobre.
La replica di Valditara
Giuseppe Valditara ha risposto duramente alla proclamazione dello sciopero, definendo “prematura” la decisione di fermarsi prima ancora di conoscere i dettagli della Legge di bilancio. Il ministro ha accusato la Cgil di avere intenzioni premeditate di scioperare indipendentemente dalle proposte del governo. Valditara ha anche criticato la scelta del 31 ottobre come data per lo sciopero, sottolineando come cada il giorno prima del ponte di Ognissanti, una decisione che a suo avviso sembra mirata a creare il massimo disagio possibile senza, però, una vera giustificazione.
Le parole del ministro riflettono una tensione crescente tra il governo e la Cgil. La storica rivalità tra Valditara e la Cgil è emersa già in passato, con il ministro che ha accusato il sindacato di portare avanti una visione ideologica della scuola, lontana dalle reali esigenze del personale e degli studenti. Dal canto suo, la Cgil, sotto la guida di Gianna Fracassi per il comparto scuola-università, continua a ribadire che le risposte del governo non sono sufficienti a garantire un futuro dignitoso per il personale dell’istruzione.
Le prospettive per il futuro
Lo sciopero del 31 ottobre si inserisce in un contesto di forti tensioni nel mondo dell’istruzione e della ricerca. Oltre alle questioni salariali e del precariato, c’è una crescente preoccupazione per la possibilità di ulteriori tagli al settore universitario. Recentemente, il ministro dell’Università Anna Maria Bernini ha annunciato che mancano 800 milioni di euro nei bilanci degli atenei, un dato che ha scatenato le proteste dei rettori, preoccupati per la sopravvivenza degli atenei stessi.
In conclusione, lo sciopero del 31 ottobre rappresenta un banco di prova per la Cgil e per il governo Valditara. Se da una parte la Cgil cerca di portare all’attenzione del governo le problematiche urgenti del mondo dell’istruzione, dall’altra parte il ministro appare deciso a mantenere una linea di fermezza, ridimensionando le proteste sindacali e portando avanti il suo progetto di riforma.