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Sospensioni al Moreschi di Milano: gli studenti denunciano un clima repressivo nelle scuole

Diciassette sospensioni dopo un tentativo di occupazione. L’Unione degli Studenti: “Attacco alla libertà di espressione. Le scuole diventano luoghi di obbedienza”È polemica al Liceo e Istituto Tecnico...

A cura di Redazione
04 aprile 2025 16:19
Sospensioni al Moreschi di Milano: gli studenti denunciano un clima repressivo nelle scuole -
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Diciassette sospensioni dopo un tentativo di occupazione. L’Unione degli Studenti: “Attacco alla libertà di espressione. Le scuole diventano luoghi di obbedienza”

È polemica al Liceo e Istituto Tecnico Economico “Nicola Moreschi” di Milano, dove diciassette studenti sono stati sospesi con provvedimenti disciplinari che vanno da due a quindici giorni, in seguito al tentativo di occupare l’edificio scolastico lo scorso 16 marzo. Il gesto è arrivato dopo il diniego, da parte della dirigenza scolastica, di autorizzare un’assemblea d’istituto programmata, ufficialmente per il numero eccessivo di assenze registrate durante l’assemblea precedente, tenutasi a febbraio.

Secondo molti studenti, la motivazione addotta dalla scuola è pretestuosa e rappresenta un tentativo di limitare la libertà di espressione e di partecipazione democratica. “Un’assemblea non può essere cancellata per un calo di presenze. La scuola è anche un luogo di confronto e di dibattito, non solo un esecutore di regole rigide”, afferma uno studente che ha preferito rimanere anonimo.

Una protesta durata un’ora, seguita da pesanti sanzioni

Il tentativo di occupazione è durato circa un’ora e non ha provocato danni né interruzioni significative delle attività didattiche. Nonostante ciò, la risposta della scuola è stata severa. La preside ha optato per sanzioni disciplinari che molti giudicano sproporzionate rispetto all’accaduto.

A esprimere una dura condanna è l’Unione degli Studenti (Uds), organizzazione rappresentativa del movimento studentesco, che parla di un “atto punitivo che si inserisce in un più ampio clima repressivo”. Federica Corcione, dell’esecutivo nazionale dell’Uds, afferma: “Non è un caso isolato. Negli ultimi mesi stiamo assistendo a una serie di episodi analoghi in molte scuole italiane, dove viene sistematicamente ostacolato il diritto degli studenti a esprimersi politicamente”.

Riforme e clima politico sotto accusa

L’Uds punta il dito anche contro il governo in carica e il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, accusati di promuovere una cultura del silenzio e della disciplina cieca attraverso la recente “Riforma Valditara” e il disegno di legge Sicurezza, attualmente in discussione.

“La riforma impone un controllo capillare delle attività politiche e associative nelle scuole, introducendo meccanismi di sorveglianza e strumenti disciplinari che minano alla base la libertà di critica – sostiene ancora Corcione –. L’obiettivo non dichiarato è quello di trasformare gli studenti in soggetti passivi, funzionali a un sistema autoritario”.

Tra gli elementi più controversi delle recenti misure, secondo gli studenti, ci sarebbe la crescente collaborazione tra le istituzioni scolastiche e le forze dell’ordine. Claudio Genchi, coordinatore dell’Uds di Milano, parla apertamente di “militarizzazione degli ambienti scolastici”, denunciando la trasformazione delle scuole “in luoghi di obbedienza e non di formazione critica”.

Una questione nazionale

Il caso del Moreschi non sarebbe dunque un episodio isolato, ma il riflesso di un fenomeno più ampio. In molte città italiane, gli studenti segnalano annullamenti arbitrari di assemblee, pressioni a non partecipare a manifestazioni pubbliche, e procedimenti disciplinari in aumento contro chi osa contestare pubblicamente le scelte ministeriali.

L’Unione degli Studenti, da parte sua, ha ribadito l’intenzione di continuare a mobilitarsi. “Non abbiamo mai smesso di combattere per la libertà, la giustizia e il diritto alla critica. E non smetteremo adesso – conclude Corcione –. Le scuole devono tornare ad essere luoghi di crescita, partecipazione e pensiero libero”.

Una scuola tra ordine e dissenso

Nel dibattito si intrecciano due visioni contrapposte della scuola: da un lato quella istituzionale, che richiede rispetto delle regole e tutela dell’ordine pubblico; dall’altro quella degli studenti, che rivendicano spazi di partecipazione politica, confronto e libertà. Il confine tra diritto alla protesta e violazione delle norme scolastiche appare sempre più sottile, e le decisioni delle singole scuole rischiano di diventare arbitrarie in assenza di linee guida condivise.

Il caso del Moreschi, almeno per ora, sembra destinato a far discutere ancora a lungo, mentre in tutta Italia si moltiplicano le iniziative degli studenti per rivendicare il diritto a farsi sentire.

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