La Voce della Scuola

Sostegno, parola al TAR: Sindacati contro la continuità didattica imposta

Flc-Cgil e Gilda in udienza il 21 maggio: contestato il DM 32/2025 che limita la mobilità dei docenti di sostegnoProsegue davanti al Tribunale Amministrativo Regionale il ricorso promosso da Flc-Cgil...

A cura di Redazione
20 maggio 2025 17:59
Sostegno, parola al TAR: Sindacati contro la continuità didattica imposta -
Condividi

Flc-Cgil e Gilda in udienza il 21 maggio: contestato il DM 32/2025 che limita la mobilità dei docenti di sostegno

Prosegue davanti al Tribunale Amministrativo Regionale il ricorso promosso da Flc-Cgil e Gilda degli Insegnanti contro il decreto ministeriale n. 32 del 2025, con cui il Ministero dell’Istruzione ha introdotto nuove regole vincolanti per garantire la cosiddetta continuità didattica degli insegnanti di sostegno. Dopo una prima fase interlocutoria, la udienza collegiale è stata anticipata al 21 maggio, su richiesta dei sindacati promotori. In origine, era prevista per settembre.

Il cuore della contestazione

Il DM 32/2025 ha stabilito che i docenti di sostegno non possano presentare domanda di trasferimento o passaggio di ruolo per almeno tre anni scolastici consecutivi, salvo gravi motivazioni personali. L’obiettivo dichiarato dal Ministero è garantire stabilità nelle relazioni educative tra studenti con disabilità e i loro insegnanti. Tuttavia, Flc-Cgil e Gilda sostengono che la misura sia lesiva dei diritti costituzionali dei lavoratori, in particolare del diritto alla mobilità e alla progressione di carriera.

Secondo i ricorrenti, il decreto non distingue tra nomine a tempo determinato e indeterminato, né tiene conto di situazioni familiari, sanitarie o lavorative complesse. Inoltre, è stato contestato il mancato confronto preventivo con le parti sindacali, in violazione delle procedure di partecipazione previste dal CCNL.

Prima istanza rigettata, ma la partita resta aperta

Il TAR, in prima istanza, ha rigettato la richiesta di sospensiva immediata del provvedimento, avanzata dai sindacati al momento del deposito del ricorso. Tuttavia, la decisione non ha chiuso la porta a un eventuale accoglimento del ricorso nel merito. L’udienza collegiale del 21 maggio si preannuncia dunque determinante per comprendere l’orientamento definitivo del tribunale.

I legali delle due organizzazioni sindacali punteranno a dimostrare che il DM 32/2025 eccede i limiti regolamentari e interferisce con diritti soggettivi non disponibili. La difesa dello Stato, dal canto suo, si baserà sulla necessità di assicurare stabilità educativa per gli alunni con disabilità, in linea con le raccomandazioni internazionali e con l’art. 12 della Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità.

Una questione nazionale

Il caso ha acceso un ampio dibattito tra gli operatori scolastici, poiché la misura ha già avuto ripercussioni su migliaia di domande di mobilità presentate per l’anno scolastico 2025/2026. Molti docenti di sostegno si sono visti rigettare le richieste di trasferimento, anche in presenza di titoli di specializzazione su posto comune o esigenze familiari documentate.

Non manca chi, anche tra le famiglie degli alunni con disabilità, si è schierato a favore del decreto, ritenendo che la continuità didattica rappresenti un valore pedagogico essenziale. Altri, invece, sottolineano come la qualità dell’inclusione non possa dipendere unicamente dalla permanenza forzata di un docente su un posto.

Attesa per la sentenza

La decisione del TAR sarà osservata con attenzione da tutto il mondo della scuola. Se il decreto verrà annullato, si aprirebbe un varco per la revisione del sistema dei vincoli di permanenza, non solo per il sostegno ma anche per le altre tipologie di cattedra soggette a blocchi. In caso contrario, il modello della continuità didattica vincolata potrebbe consolidarsi come principio guida delle future politiche ministeriali.

La Voce della Scuola sui social