La Voce della Scuola

Stipendio. Ora si potrà conoscere la busta paga dei colleghi

Addio al segreto salariale in ItaliaIl velo sulla busta paga dei lavoratori italiani sta per essere sollevato grazie alla direttiva UE 2023/970, che mira a colmare il divario retributivo di genere anc...

23 agosto 2023 11:30
Stipendio. Ora si potrà conoscere la busta paga dei colleghi -
Condividi

Addio al segreto salariale in Italia

Il velo sulla busta paga dei lavoratori italiani sta per essere sollevato grazie alla direttiva UE 2023/970, che mira a colmare il divario retributivo di genere ancora presente in Europa.

Attualmente, le donne dell’Unione Europea guadagnano in media il 14% in meno degli uomini per lo stesso lavoro, e questo gap si traduce in un divario pensionistico di quasi il 30%.

La mancata dichiarazione della retribuzione negli annunci di lavoro contribuisce a questo divario, ed è uno dei punti chiave introdotti dalla nuova normativa.

Le nuove norme sono in vigore da maggio 2023, e l’Italia dovrà recepirle entro il 7 giugno 2026.

Tra le disposizioni previste, vi è il divieto di clausole che limitino la facoltà dei lavoratori di rendere nota la propria retribuzione, permettendo così ai lavoratori e alle lavoratrici di conoscere quanto guadagnano i colleghi. Inoltre, chi si occupa di selezione e recruiting dovrà assicurarsi che le offerte e i titoli professionali siano neutri sotto il profilo del genere e che le procedure di assunzione siano condotte in modo non discriminatorio.

In caso di retribuzioni discriminatorie, i datori di lavoro saranno chiamati a risarcire i dipendenti mal pagati. Inoltre, in caso di contenzioso, spetterà al datore di lavoro dimostrare di non aver violato le norme europee in materia di gender pay gap e trasparenza retributiva.

Queste misure mirano a ridurre il divario retributivo di genere in Italia, che attualmente è inferiore alla media europea, con i lavoratori che guadagnano il 7,3% in più delle lavoratrici.

Tuttavia, è importante notare che il recepimento delle nuove norme richiederà un aggiornamento della legislazione italiana e un impegno da parte delle parti sociali per garantire la parità di retribuzione tra uomini e donne.

La Voce della Scuola sui social