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Stop ai cellulari alle superiori e più autorevolezza dei genitori nei confronti dei figli: Valditara lancia la svolta educativa

Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara interviene con fermezza su diversi fronti della scuola italiana, proponendo una nuova visione educativa fondata su responsabilità, rispetto delle regole...

A cura di Redazione
02 giugno 2025 18:22
Stop ai cellulari alle superiori e più autorevolezza dei genitori nei confronti dei figli: Valditara lancia la svolta educativa -
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Il ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara interviene con fermezza su diversi fronti della scuola italiana, proponendo una nuova visione educativa fondata su responsabilità, rispetto delle regole e maturazione personale.

Nel giorno in cui l’Italia celebra la Festa della Repubblica, il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, traccia un bilancio dell’anno scolastico e annuncia nuove iniziative per il futuro. In un’intervista rilasciata a Il Messaggero, il titolare del dicastero interviene con toni decisi su temi che toccano da vicino la quotidianità degli studenti, delle famiglie e degli insegnanti.

Tra i temi principali, emerge l’intenzione di estendere il divieto dell’uso dei cellulari anche alle scuole superiori. Una scelta che punta a contrastare la dipendenza tecnologica, ridurre le distrazioni e frenare l’influenza negativa dei social network. “Tra la realtà e la sua rappresentazione mediatica vince la seconda”, osserva Valditara, denunciando come i social favoriscano narcisismo, sfide pericolose e distorsioni valoriali.

Cultura del rispetto: dalle regole all’educazione civica

Il ministro insiste sulla necessità di una vera e propria svolta culturale, che parte dall’educazione al rispetto. Una scuola che non solo istruisce, ma che forma cittadini consapevoli e responsabili. In quest’ottica, sottolinea l’importanza del nuovo voto in condotta, che nei casi più gravi prevede anche lavori di cittadinanza solidale, con l’obiettivo di responsabilizzare gli studenti e abituarli alle conseguenze delle proprie azioni.

Tale impostazione si riflette anche nelle nuove Linee guida per l’educazione civica, in vigore da settembre 2024: non più solo contenuti opzionali, ma obiettivi di apprendimento valutabili, con al centro il rispetto delle regole, l’empatia, le relazioni sane e l’educazione alla parità di genere. Il tutto si inserisce nel solco tracciato dal “protocollo Cecchettin”, nato in seguito al tragico femminicidio di Giulia, che promuove attività formative nelle scuole.

Il ruolo dei genitori: “Basta concessioni, torniamo a dire dei no”

Valditara non si limita alla scuola. Lancia un appello forte ai genitori: “Devono recuperare autorevolezza. Essere sempre concessivi non educa alla tolleranza del rifiuto”. Citando il sociologo Frank Furedi, il ministro denuncia una “infantilizzazione dell’età adulta”, dove spesso sono proprio gli adulti a non offrire modelli di maturità e autocontrollo. In questo senso, propone di ricostruire il patto educativo scuola-famiglia, soprattutto nei contesti a maggiore fragilità sociale.

Il coinvolgimento delle famiglie sarà potenziato attraverso percorsi formativi condivisi, in particolare nelle zone dove si registrano più alti tassi di dispersione scolastica. Un approccio che mira a ridurre le distanze educative e sociali tra Nord e Sud, anche tramite le progettualità di Agenda Sud e Agenda Nord.

Tolleranza zero verso la violenza, anche online

Il ministro affronta con fermezza il tema della violenza nelle scuole e dell’odio sui social, anche quando coinvolge gli adulti. Cita il caso del professore che ha insultato la figlia della premier Giorgia Meloni come esempio di un clima che va cambiato: “I social hanno sostituito la critica con l’offesa, l’argomentazione con la minaccia”.

Per contrastare queste derive, Valditara ribadisce la tolleranza zero per docenti che tengano comportamenti volgari o violenti online, sottolineando però che si tratta di episodi isolati, che non devono oscurare il lavoro svolto dalla stragrande maggioranza dei professori. In aggiunta, il ministero ha previsto l’arresto in flagranza per chi aggredisce fisicamente gli insegnanti o i dirigenti scolastici: un segnale chiaro contro l’escalation di aggressioni anche da parte dei genitori.

Una scuola che fa crescere: il ritorno dell’“esame di maturità”

In linea con questa visione di scuola come ambiente di crescita personale, il ministro annuncia anche un cambiamento simbolico ma significativo: l’esame di Stato tornerà a chiamarsi “esame di maturità”. Una decisione che intende sottolineare come l’obiettivo finale della scuola non sia soltanto la trasmissione di contenuti, ma lo sviluppo della persona nella sua interezza.

“A che serve un esame finale – si chiede Valditara – se non misura anche il grado di maturazione dell’allievo?”. L’invito agli studenti è chiaro: vivere la Maturità come occasione per dimostrare di aver compreso il senso di ciò che si è studiato, e non solo per ripetere nozioni.

Un bilancio di fine anno: “Stiamo cambiando la scuola”

Nel tirare le somme di un anno intenso, Valditara rivendica l’impostazione del suo ministero: “Stiamo cambiando in profondità la scuola italiana. Più autorevolezza ai docenti, didattica personalizzata, responsabilità e impegno”. Le parole chiave sono merito, rispetto, maturazione, coesione territoriale.

Il cambio di paradigma che il ministro propone passa quindi per interventi normativi, culturali ed educativi, in cui scuola e famiglia tornano a essere alleate per la formazione dei giovani. Resta da vedere come queste misure verranno accolte nella pratica e quale sarà la reazione del mondo della scuola e delle famiglie.

Ma il messaggio di fondo è chiaro: educare è anche saper dire dei no.

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