Studio rapporto smartphone/social e rendimento scolastico. Correlazione causale? Nel report l'approccio e aperto, scientifico problematico
Studio rapporto smartphone/social e rendimento scolastico. Correlazione causale? Nel report l'approccio e aperto, scientifico problematico

Studio rapporto smartphone/social e rendimento scolastico. Grande risalto alla correlazione tra le due variabili. Marco Gui e Chiara Crespi (gruppo di Ricerca) hanno un approccio più problematico e quindi scientifico
Studio rapporto smartphone/social e rendimento scolastico
Studio rapporto smartphone/social e rendimento scolastico. Grande risalto è stato dato allo studio EYES UP (EarlY Exposure to Screens and Unequal Performance). Lavoro ben strutturato e scientificamente fondato.
I titoli giornalistici che hanno riguardato la ricerca hanno evidenziato il nesso deterministico, causale tra uso degli smartphone/social e rendimento scolastico. Diverse le dichiarazioni che esaltano questo nesso. Di un certo rilievo quella del Ministro Valditara. Si legge sul sito del Mim “I risultati della ricerca rappresentano un’ulteriore conferma della bontà e necessità della nostra decisione, coerente con le nuove Linee guida per l’Educazione civica e formalizzata in una circolare dello scorso luglio, di vietare l’uso dei telefonini in classe, anche per fini educativi, nelle scuole del primo ciclo. Ribadiamo il nostro impegno”, prosegue Valditara, “nel promuovere un uso responsabile delle tecnologie digitali, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’insegnamento e garantire un ambiente educativo che favorisca l’apprendimento e il benessere degli studenti“.
l’intermediazione prevale sulla lettura diretta del report
Ora dispiace constatare che il tam-tam contemporaneo si nutre dell’intermediazione. Si preferisce la versione semplificata dell’interpretazione prodotta da una certa metafisica (prospettiva culturale), piuttosto che la lettura faticosa del documento. Se ne comprendono i motivi commerciali.
La lettura diretta del report ha giustificato il ritardo di questo contributo. Risparmio al lettore l’analisi del documento che potrà fare personalmente. Ora dal report non risulta così netta l’interpretazione causale. E’ da apprezzare l’approccio problematico, aperto e quindi scientifico di Marco Gui (gruppo di ricerca) professore associato di Sociologia dei Media (Università Milano-Bicocca) ” nella comunità scientifica vi è al momento una convergenza di opinioni molto parziale su questi temi, un fatto che riflette la complessità del fenomeno e, in parte, la mancanza di studi sperimentali e longitudinali che possano offrire una visione più chiara e solida. In particolare, aspetti cruciali come le conseguenze a lungo termine sullo sviluppo cognitivo, emotivo e sociale dell’uso precoce dello smartphone, dei social media o dei videogiochi restano non sufficientemente esplorati. Sebbene alcuni studi abbiano evidenziato correlazioni negative tra l’esposizione precoce ai media digitali e determinati esiti comportamentali o psicologici, la mancanza di dati longitudinali limita la possibilità di stabilire nessi causali.
Questo vuoto nella letteratura scientifica rappresenta una sfida significativa, soprattutto alla luce dell’urgenza di scelte immediate nel campo delle politiche e delle pratiche educative”
Dello stesso tenore, anche se tratta altri aspetti, è Chiara Respi (Gruppo di lavoro – Dottore di ricerca- Università Bicocca-Milano): ” Per quanto riguarda il benessere, i pochi studi disponibili presentano risultati contraddittori sulla relazione tra l’utilizzo precoce dei dispositivi e il suo impatto sul benessere, come osservato anche per l’uso di Internet e tecnologia. Alcuni studi non hanno riscontrato associazioni statisticamente significative tra possesso di uno smartphone ed età di acquisizione, da un lato, e sintomi depressivi e durata, qualità o regolarità del
sonno, dall’altro mentre altri hanno rilevato un’associazione tra uso precoce delle tecnologie digitali e riduzione del sonno e dell’attività fisica tra bambini e adolescenti”
Questi due interventi risolvono ogni dubbio. Impensabile che uno studio caratterizzato da solidità scientifica, potesse cadere nella semplificazione, derivata nella pretesa di isolare due variabili, collegandole tra di loro in modo deterministico (metodo sperimentale), senza controllare il grado d’intervento delle altre sul risultato