Superare la lezione frontale: l’evoluzione necessaria nella didattica italiana
La didattica nelle scuole italiane, in particolare alle medie e superiori, è ancora fortemente dominata dalla lezione frontale. Questo è quanto emerge dal Report Didattiche 2024, realizzato dal Centro...

La didattica nelle scuole italiane, in particolare alle medie e superiori, è ancora fortemente dominata dalla lezione frontale. Questo è quanto emerge dal Report Didattiche 2024, realizzato dal Centro Studi Erickson, che ha analizzato le metodologie di insegnamento su un campione di 1965 insegnanti, distribuiti in maniera omogenea tra i vari ordini e gradi scolastici. I dati mettono in evidenza un uso prevalente della spiegazione tradizionale, con il 70% degli insegnanti che dichiara di adottarla nella maggior parte delle lezioni.
Le Metodologie Alternative: Una Sfida da Accogliere
Il rapporto sottolinea che metodologie più attive e partecipative, come la didattica aperta, sono utilizzate regolarmente solo dal 13% degli insegnanti, mentre il 21% ammette di non conoscerne i principi fondamentali. La didattica in contesti reali, che mira a collegare l’apprendimento alla vita quotidiana, viene adottata con continuità da appena il 12% del campione. Tuttavia, l’indagine rivela segnali incoraggianti: pratiche come il peer tutoring e la didattica laboratoriale stanno trovando maggiore spazio, con circa la metà degli insegnanti che afferma di utilizzarle frequentemente.
Il Divario tra Scuola Primaria e Secondaria
Il report evidenzia un significativo divario tra la scuola primaria e la secondaria. Nella primaria, grazie alla formazione quinquennale delle maestre e all’adozione di approcci più innovativi, è maggiore l’uso di metodologie come la didattica in contesti reali e la didattica laboratoriale. Al contrario, nelle scuole medie e superiori prevale ancora un approccio tradizionale, con un focus sullo studio individuale e l’utilizzo dei libri di testo.
Formazione Docente: La Chiave del Cambiamento
Secondo Dario Ianes, docente di Pedagogia dell’Inclusione e co-fondatore del Centro Studi Erickson, è necessario investire nella formazione degli insegnanti per promuovere un cambiamento culturale e metodologico. “Se vogliamo che la didattica frontale ceda il passo a pratiche più attive, dobbiamo formare i docenti a essere innovatori in classe,” afferma Ianes. Questo è particolarmente importante in una società in cui la diversificazione degli studenti richiede approcci didattici inclusivi ed efficaci.
Un “Approccio Scuola dell’Infanzia” per Tutti
Una proposta interessante emersa dallo studio è quella di adottare un “approccio scuola dell’infanzia” anche nelle scuole secondarie. Questo metodo, incentrato sulla creatività e sul pensiero critico, può rappresentare una valida alternativa alla rigidità della lezione frontale. Ianes suggerisce che i docenti della secondaria trascorrano un periodo di formazione nella scuola dell’infanzia, per apprendere pratiche educative basate sull’interazione e la scoperta.
Le Parole di Daniel Pennac
A sottolineare l’importanza di un approccio più dinamico è intervenuto anche lo scrittore Daniel Pennac, durante un convegno organizzato dal Centro Studi Erickson. “Gli studenti sono prima di tutto bambini e adolescenti, non possiamo ignorare le loro caratteristiche evolutive,” ha affermato. Pennac ha criticato la monotonia delle lezioni frontali, sottolineando l’urgenza di un modello educativo che favorisca il coinvolgimento attivo e il benessere degli studenti.