Università, Fracassi (FLC CGIL): da Senato emendamento che aumenta precarietà
Università, Fracassi (FLC CGIL): da Senato emendamento che aumenta precarietà

“La VII commissione del Senato ha approvato oggi, a maggioranza, un emendamento al DL 45/2025 che introduce due nuove figure precarie nella ricerca, nell’Afam e nell’università: da una parte l’Incarico post-doc, un rapporto di lavoro a tempo determinato ma a cui vengono attribuiti anche compiti didattici; dall’altra, l’Incarico di ricerca, un cococo senza alcuna garanzia, che ricalca pedissequamente l’abrogata figura dell’Assegnista di ricerca, con l’unico vincolo aggiuntivo del limite di sei anni dalla laurea” così Gianna Fracassi, segretaria generale della FLC CGIL.
“Questo intervento contraddice palesemente una milestone del PNRR, contenuta nella legge 79/2022 che aboliva l’Assegno di ricerca e prevedeva un’unica figura post-doc: il Contratto di ricerca. È il primo atto legislativo che smonta una riforma del PNRR attraverso un emendamento in commissione, senza una piena valutazione politica della gravità della decisione intrapresa e, soprattutto, determinando l’effetto di peggiorare la condizione dei ricercatori precari”, sottolinea la dirigente sindacale.
“A fronte di un’università e una ricerca gravemente sottofinanziate – continua Fracassi – e proprio quando oltre 40.000 precari rischiano di essere espulsi dagli atenei e dagli enti di ricerca, si sceglie di reintrodurre posizioni atipiche, poco pagate, senza welfare fiscale, senza diritti e senza rappresentanza. Una scelta profondamente sbagliata che come FLC CGIL abbiamo contrastato insieme ad associazioni e assemblee precarie in questi mesi, fino allo sciopero dello scorso 12 maggio”.
“Stupisce che prestigiose realtà e personalità sostengano questa iniziativa, che scarica sui soggetti più giovani e più deboli le insufficienze di sistema, condannandoli a una precarietà infinità e allontana atenei e centri di ricerca dalla realtà europea. Il governo e questa maggioranza, come per il DdL sui concorsi approvato ieri dal CdM, si rivolgono al passato e ripropongono un’università piccola, gerarchica e sottofinanziata. Così si spegne la ricerca e la formazione in questo Paese. La FLC CGIL continuerà il proprio impegno per rilanciare un’università pubblica e democratica, in cui la ricerca sia considerata pienamente un lavoro. Per questo ribadiremo l’esposto già avanzato alla UE sul Ddl 1240 e ci batteremo negli atenei per evitare che questo grave passo indietro sia definitivamente approvato dal Parlamento” conclude Fracassi.