Usato così, lo sciopero è un’arma spuntata
Antonio Polito, nel suo editoriale di oggi per il Corriere della Sera, fotografa con chirurgica precisione la parabola discendente dello sciopero generale, una volta considerato un’arma letale nelle m...

Antonio Polito, nel suo editoriale di oggi per il Corriere della Sera, fotografa con chirurgica precisione la parabola discendente dello sciopero generale, una volta considerato un’arma letale nelle mani dei lavoratori, oggi ridotto a mera routine autunnale, puntuale come il Natale. “Usato così, lo sciopero è un’ arma spuntata”. La denuncia di Polito non è una semplice critica, ma una provocazione che obbliga a guardare in faccia una realtà ormai difficile da ignorare: così com’è, lo sciopero non funziona più. È inefficace, spento, un’eco di un passato che non esiste più.
Polito ricorda che negli anni d’oro del sindacalismo, il solo annuncio di uno sciopero generale era capace di scuotere i palazzi del potere e, talvolta, far cadere governi. Oggi, invece, siamo alla quarta edizione in quattro anni: sempre lo stesso copione, sempre le stesse rivendicazioni generiche e poco incisive. La riduzione strutturale del cuneo fiscale? Il governo Meloni l’ha portata al 7%, rendendola definitiva. Ma i sindacati, incuranti, hanno comunque convocato la protesta, quasi fosse un rito obbligato. Così, il colpo che doveva abbattere il nemico si rivela un petardo innocuo.
E poi, la frammentazione. Polito non risparmia critiche alla divisione interna al fronte sindacale: CGIL e UIL marciano da sole, mentre la CISL si tiene lontana dalle piazze da più di un decennio. Il risultato? Un coro stonato, incapace di attirare l’attenzione e il sostegno dell’opinione pubblica. E quando la protesta si intreccia con altre giornate di mobilitazione, come quella pro Palestina di quest’anno, il messaggio diventa ancora più confuso, persino irritante per chi cerca chiarezza.
Ma il vero affondo di Polito riguarda la strategia sindacale nel suo complesso. Mentre negli ultimi trent’anni i salari italiani crollavano rispetto al resto d’Europa, i sindacati sembravano più interessati a scontrarsi con i governi che a negoziare con le imprese. Un errore fatale, secondo l’editorialista, che ha contribuito al declino del potere d’acquisto dei lavoratori e, di riflesso, alla perdita di fiducia verso le stesse organizzazioni sindacali.
Lo sciopero è un diritto sacrosanto, certo, ma anche un’arma che va usata con serietà e rigore. Se diventa una routine, se manca di efficacia, si trasforma in un’arma spuntata. Il messaggio di Polito è chiaro: è tempo che i sindacati si reinventino, prima che sia troppo tardi.