Scuola di vela Mascalzone Latino: il mare maestro di vita, contro la dispersione e il disagio giovanile.
C’era anche Antonietta De Falco, direttrice della scuola velica Mascalzone Latino, alla conferenza stampa di presentazione presso il RYCC Savoia di Napoli della XX edizione de “Le Vele d’epoca a Napol...

C’era anche Antonietta De Falco, direttrice della scuola velica Mascalzone Latino, alla conferenza stampa di presentazione presso il RYCC Savoia di Napoli della XX edizione de “Le Vele d’epoca a Napoli – Trofeo Ventrella”, che dal 30 giugno al prossimo 1 luglio ospiterà nel golfo di Napoli una spettacolare regata unica al mondo con il primo raduno dei Riva, le storiche imbarcazioni simbolo di lusso ed eleganza negli anni ’60. Il legame fra l’esclusivo Circolo Savoia e Mascalzone Latino è di vecchia data, essendo il fondatore del team velico, l’armatore Vincenzo Onorato, socio storico del Reale Yacht club Canottieri Savoia, condotto proprio da Onorato a partecipare a due campagne di Coppa America, nel 2003 e 2007.Nel 2010 il Presidente Onorato ha fondato la Scuola Vela Mascalzone Latino per ragazzi provenienti da contesti difficili del napoletano completamente gratuita, un progetto ambizioso che si prefigge lo scopo di offrire una opportunità di riscatto attraverso lo sport della vela e i suoi valori, quali lealtà, forza e coraggio. Da allora Antonietta De Falco la segue con impegno e passione, svolgendo un ruolo importantissimo nella prevenzione del disagio giovanile e della dispersione scolastica. – Nel corso di questi anni abbiamo regalato un sogno a tanti giovani, con una sola parola d’ordine: creare opportunità a chi la vita ha riservato stenti e difficoltà – afferma De Falco – Sono oltre mille i ragazzi cresciuti nella nostra scuola di vela, negli anni abbiamo acquisito credibilità anche nel mondo sportivo, con la partecipazione a regate zonali ed eventi nazionali che ci hanno consentito di stringere rapporti di amicizia con tanti circoli velici in giro per l’Italia. I nostri ragazzi li accogliamo già verso i 7 anni, quando molti di loro non hanno neanche mai visto il mare. Formarli sin da piccoli è il modo più efficace per educarli in modo sano, prima che i contesti da cui essi provengono prendano il sopravvento, già verso gli 11/12 anni. A quell’età si può fare, ma diventa già più difficile -. Dai racconti della De Falco si evince chiaramente che la scuola velica formi non soltanto alla disciplina sportiva, ma fornisca anche importanti competenze sull’arte marinaresca e i mestieri del mare, che spesso si trasformano in opportunità concrete per il futuro dei giovani allievi. Gli esempi sono tanti: c’è chi oggi lavora al Terminal Traghetti di Napoli, sulle navi da crociera o da trasporto, altri si stanno preparando per diventare cuochi di bordo, ufficiali di macchina, capitani, marinai. Tutti instradati sulle rotte sicure della legalità e della dignità. La principale forma di reclutamento dei piccoli scugnizzi del mare sono le scuole o le associazioni di quartiere, prediligendo quelle che si trovano in contesti a rischio. Nei locali di via Acton, messi a disposizione della Scuola Velica dalla Marina Militare con altrettanto amore per i giovanissimi meno fortunati, gli allievi partono dalla struttura delle barche, imparando ad usare le tecniche della stampa in 3D per creare i primi modelli in modo autonomo. L’entusiasmo con cui la Direttrice De Falco si è occupata dei suoi ragazzi, maschi e femmine, è stato evidente persino durante la pandemia, quando dalla loro pagina Facebook assegnava compiti da remoto, invitando i piccoli a rappresentare la vita in mare dalle loro case. E così vele improvvisate e timoni nascevano con pochi pezzi di stoffa e qualche asta di legno nelle camerette dei mascalzoncelli. Proprio la pandemia ha segnato una dura battuta d’arresto per la scuola di vela, in un momento in cui il Presidente Onorato stava già affrontando alcuni problemi con le sue società navali, il che ha sottratto un bel po’ di risorse finanziarie allo stesso Onorato e di conseguenza alla sua amata scuola di vela. Tuttavia l’attività non si è fermata e guarda al futuro con ottimismo anche e soprattutto per il bene dei ragazzi. È certamente plausibile che la vita in mare rappresenti un deterrente alla devianza, in acqua si definiscono per bene i ruoli, il vero Maestro è proprio il mare, e la sua autorevolezza arriva ai giovanissimi forte e chiara. – In mare i rapporti cambiano completamente, e i ragazzi si autodisciplinano – conclude De Falco. E’ dunque un imprinting che poi dal mare passa alle relazioni, generando buoni frutti, in nome di quella autorevolezza che manca sempre più di frequente nelle famiglie e a scuola. Sulle pagine social di Mascalzone Latino non è difficile imbattersi, a riprova di ciò, nei commenti pieni di gratitudine delle famiglie degli allievi della scuola di vela, persone che hanno visto i loro figli crescere con quei valori sani che lo sport è in grado di fornire, nel caso della Vela coadiuvato proprio dalla presenza imponente del mare. Sarebbe bello, in una penisola come l’Italia, creare una rete di prevenzione del disagio giovanile anche attraverso i club velici, promuovendo iniziative simili a quella di Mascalzone Latino, educando i ragazzi ad assorbire i valori necessari per crescere in modo sano attraverso l’amore per il mare, e fornendogli in tal modo anche una preziosa chance per il futuro.