W il 25 aprile, contro ogni revisionismo storico!
a cura di Fania Gerardoll 25 aprile del 1945 segna la liberazione del territorio italiano dall’occupazione nazista e la fine di un ventennio fascista che lasciò solo morte, dolore e sofferenze. Quest...

a cura di Fania Gerardo
ll 25 aprile del 1945 segna la liberazione del territorio italiano dall’occupazione nazista e la fine di un ventennio fascista che lasciò solo morte, dolore e sofferenze.
Questa realtà storica è oggi minacciata più che mai dal revisionismo delle forze di destra al governo, che con insidiosi tentativi provano a cancellarne i valori e le aspirazioni rivoluzionarie di migliaia di giovani, lavoratori e lavoratrici che hanno dato la vita alla lotta per un futuro libero dall’oppressione e dalla miseria.
La maggioranza dei partigiani infatti erano comunisti e socialisti, intenzionati a portare avanti la lotta contro la borghesia italiana, complice e benefattrice di tutte la barbarie del regime fascista.
La realtà è che con la caduta di Hitler e Mussolini, il fascismo non fu completamente sconfitto. Fu una vittoria storica della classe lavoratrice, ma parziale. In tanti paesi il fascismo perdurò ben oltre la seconda guerra mondiale, come in Spagna o in Portogallo. Anche in Italia però la ‘Repubblica nata dalla Resistenza’ non è mai stata davvero antifascista poiché servì a permettere la continuazione di quel sistema economico e sociale responsabile per l’ascesa al potere del fascismo.
Negli anni di piombo gli apparati di Stato, scossi da un decennio di sollevamenti popolari, arrivarono fino ad utilizzare i terroristi neofascisti per compiere stragi volte a terrorizzare la popolazione, da piazza Fontana fino a alla stazione di Bologna. L’antifascismo delle istituzioni borghesi è quindi un antifascismo di facciata e i principi democratici e sociali della Costituzione antifascista non furono mai applicati. È quindi inutile inneggiare ai valori di una Costituzione che sono unicamente rimasti su carta e in cui gli elementi più progressisti sono stati gradualmente svuotati di contenuto dai vari governi.
Da decenni il carattere conflittuale, rivoluzionario e di classe della Resistenza, viene rimosso dalla retorica delle istituzioni e dalla storia ufficiale della “democrazia” italiana. La natura rivoluzionaria e anticapitalista della lotta partigiana è omessa, per fare posto ad una vuota retorica di unità nazionale. È per questo che persino il valore dell’antifascismo è oggi minacciato dal governo di Giorgia Meloni, questa offensiva ideologica trova riparo nelle istituzioni della borghesia italiana ed europea
Il fascismo è un prodotto della crisi del capitalismo, e non può essere sconfitto definitivamente senza distruggere il sistema sociale ed economico che lo crea. L’ascesa al potere dell’estrema destra in Italia e nel mondo mostra come la lotta per i nostri diritti democratici e contro la reazione borghese siano oggi più attuali che mai. I nuovi partigiani sono coloro che si battono per i diritti dei lavoratori, delle donne, delle persone LGBTQIA+ e dei migranti, contro un sistema economico e politico volto a difendere i profitti di una classe dominante responsabile della devastazione ambientale, delle guerre e della miseria crescente della classe lavoratrice.
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